Sicurezza eterna: anche nota come una volta salvi per sempre salvi, è una dottrina molto dibattuta tra i fedeli cristiani, e non solo di recente. Nonostante abbiamo già citato la questione in precedenza, con quest’articolo inauguriamo una serie di studi che presenteremo su questa dottrina biblica.1
Sebbene riteniamo che la Bibbia sia più che chiara a riguardo, data l’esistente controversia, ci sentiamo in obbligo di fornire un’adeguata base biblica per questa dottrina, poiché è parte del nostro statuto di fede.
In questo studio, così come in altri futuri, vedremo come una lettura naturale (letterale, grammaticale, storica e contestuale) della Parola non può portare ad alcun altra conclusione: la vita eterna è assicurata nel momento in cui si crede al vangelo.
Per coloro i quali hanno già pronta la solita domanda («State dunque dicendo che una volta salvo posso fare quello che voglio e ho licenza di peccare?») vi ricordo che tale domanda viene fatta retoricamente anche da Paolo:
Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi? No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? (Romani 6:1-2)
Il problema con questa solita obiezione è che innanzitutto sembra rivelare una disonestà di fondo da parte di chi la solleva: sembra che costoro siano più interessati alla famosa licenza per peccare anziché alla vita eterna. E poi sembra implicare che in qualche modo l’unico problema causato dai propri peccati sia quello della morte e del giudizio finale.
Paolo è chiaro: se il peccato è così sbagliato da richiedere il sacrificio di Cristo, forse è il caso di cambiare mentalità, no? Magari questa vita di peccato tanto conveniente non è? Paolo da nessuna parte afferma che se uno continua a peccare allora non è un vero credente né avanza altre teorie fantasiose come questa. Semplicemente dice: noi che posizionalmente siamo liberi dal peccato veramente vogliamo ancora vivere nel peccato fintantoché siamo su questa terra? Ci conviene?
La garanzia e la sicurezza della nostra salvezza non sono affatto una licenza per peccare (Giuda 1:4) né eliminano la dottrina della confessione (1 Giovanni 1:9; Giacomo 5:16) che è necessaria a una buona relazione col nostro Padre celeste e coi fratelli. Sono uno sprono a vivere per il Signore, sapendo allo stesso tempo di essere liberi dalla condanna eterna: privi di questa preoccupazione, possiamo avanti e lavorare al meglio per Dio.
Serrare il Regno
By Squadra Editoriale
On 23 Luglio 2014
In Commentari
Nostro Signore Gesù pronuncia otto “guai a voi” in Matteo 23, rivolto ai capi religiosi dell’epoca. Questo qui sopra li condanna per il rifiuto della libertà che Cristo portava col nuovo patto.
Il primo messaggio “formale” che Gesù predicò era preso dalla grande profezia in Isaia 61: “«Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha inviato [per guarire quelli che hanno il cuore spezzato,] per annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi,” (Luca 4:18)
Più tardi, l’apostolo Paolo noterà che “prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata.” (Galati 3:23) Questi capi presuntuosi erano così innamorati della loro posizione e del loro prestigio, che si rifiutarono di gioire del fatto che “Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi” (Galati 5:1) e tennero ben chiuse le porte della prigione legalistica, persino contro coloro che rispondevano all buona novella del Regno!
È interessante notare che Gesù codannò entrambi i gruppi (Farisei e Sadducei) per lo stesso problema. Eppure essi erano diversi nella loro posizione. I Farisei potrebbero essere analoghi ai legalisti dei nostri giorni e i Sadducei ai liberali. Ambo i gruppi dichiaravano credo nella “ispirazione” (delle Scritture) ed entrambi erano orgogliosi della loro conoscenza dei testi sacri.
Il loro errore comune era la distorsione della verità di Dio con interpretazioni che offuscavano il messaggio, serrando così – a motivo della loro incredulità – le porte che conducono alla “gloriosa libertà dei figli di Dio” (Romani 8:21).
Che Dio ci tenga lontano da tale confusione.
Tradotto da Shutting the Kingdom.