Ben lontano dall’ostacolare la scienza, la fede in Dio ne fu il motore. Quando Isaac Newton scoprì la legge di gravità, non commise l’errore comune di dire “Ora che ho la legge di gravità, non ho più bisogno di Dio”. Ciò che invece fece fu scrivere i suoi Principia, il libro più famoso nella storia della scienza, nella speranza che tale scritto potesse convincere l’uomo razionale a credere nel Creatore. — John Lennox
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No, non ce ne sono solo cinque di ragioni, ma molte di più. Tuttavia una lista esaustiva di tutti i motivi per cui credere alla risurrezione di Gesù Cristo richiederebbe tempo e spazio che non credo l’essere umano medio abbia.1
1. La tomba vuota
Gesù fu giustiziato pubblicamente per mezzo di crocifissione romana e fu poi messo a giacere in una tomba da Giuseppe di Arimatea, un membro del Sinedrio (Giovanni 19). Tre giorni dopo alcune donne dichiararono che la tomba era vuota (Luca 24). È a Gerusalemme che Gesù fu crocifisso ed è sempre a Gerusalemme che la gente iniziò a dichiarare di aver visto Gesù risorto. I capi dell’epoca erano radicalmente contro Gesù e chiunque dichiarasse che Egli fosse risorto; avrebbero potuto tranquillamente mettere a tacere l’intera storia mostrando a tutti e pubblicamente il cadavere di Gesù. Cosa che — ed è storicamente provato — cercarono di fare, ma fallendo miseramente, perché non riuscirono a trovarlo da nessuna parte e la tomba era vuota.
È significativo che il Cristianesimo sia imperniato su una tomba vuota e un corpo mancante, perché queste sono entrambe cose pubblicamente verificabili e falsificabili.
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Il Signore disse a Mosè: «Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aaronne convocate la comunità e parlate a quella roccia, in loro presenza, ed essa darà la sua acqua; tu farai sgorgare per loro acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame». Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva comandato. Mosè e Aaronne convocarono l’assemblea di fronte alla roccia e Mosè disse loro: «Ora ascoltate, o ribelli; faremo uscire per voi acqua da questa roccia?» E Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il suo bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; e la comunità e il suo bestiame bevvero. Poi il Signore disse a Mosè e ad Aaronne: «Siccome non avete avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d’Israele, voi non condurrete quest’assemblea nel paese che io le do». (Numeri 20:7-12)
Quando lessi per la prima volta che il Signore aveva proibito a Mosè e Aaronne di entrare nella terra promessa, non ne capii bene il motivo. Il popolo di Israele si trovava alla Roccia di Oreb e si lamentava della mancanza d’acqua e il Signore disse allora a Mosè e Aaronne di parlare alla roccia affinché ne sgorgasse acqua; ma Mosè invece colpì la roccia con il bastone. L’acqua uscì comunque, ma il Signore mostrò il suo disappunto ai due fratelli e impartì loro una punizione.
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Quando dite che c’è troppo male in questo mondo, presupponete che il bene esista. Quando presupponete che esiste il bene, presupponete che ci sia una legge morale in base alla quale differenziare il bene dal male. Ma se presupponete una legge morale, allora dovete presupporre un Legislatore Morale; ma questo è ciò che state cercando di confutare e non dimostrare. Quindi, siccome non c’è un Legislatore Morale, non c’è una legge morale. Se non c’è legge morale, non c’è bene. E se non c’è bene, non c’è male. Qual era la vostra domanda? — Ravi Zacharias
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Sono cresciuto a Napoli. Da bambino il Natale era…«i regali». I zampognari. I dolci, con paste reali, mustacciuoli, roccocò. Gli struffoli, i datteri, le noci. Fare l’albero all’Immacolata e fare il presepe, ma col bambin Gesù «coperto», perché, è chiaro, bisogna aspettare la mezzanotte del 25 per scoprirlo; nun è nnato ancora, mi par di sentire pure ora la voce di mio padre. Crescendo, si aggiunge l’attesa del cenone della vigilia. ‘A ‘nzalata ‘e rinforzo. Il pranzare leggero il 24 dicembre, solo con una fetta di pizza di scarole. Le candele profumate e quelle mangiafumo. La frittura di pesce e baccalà, e il balcone spalancato per farne uscire la puzza. Mamma relegata in cucina, a volte con qualche zia. Le bancarelle di botti di contrabbando, che all’epoca spuntavano già a Settembre. Un po’ più avanti negli anni e si aggiungono le strade affollate, il consumismo, le decorazioni cittadine. E San Gregorio Armeno: presepi d’artigianato puro che rappresentano paesi interi, comunità, gente d’ogni specie, personaggi famosi. E Betlemme che talvolta lascia spazio a Napoli col Vesuvio, perché si sa, per il Napoletano, Napoli è il centro del mondo. E poi c’era la messa di Natale, finché i miei riuscirono ad obbligarmi. Tanta, tanta tradizione. Alla quale si aggiungeva cultura d’oltreoceano che poco c’entrava con tutto il resto. In televisione dozzine di film hollywoodiani. La favola di Babbo Natale. E il classico ripetuto ad nauseam: «a Natale sono tutti più buoni». Ma perché solo a Natale poi? La gente non può essere buona tutto l’anno? (No, non può (Romani 3:10-12), ora lo so. Ma all’epoca no).
In tutta la Bibbia, solo i santi che appartengono alla Chiesa vengono detti «in Cristo». Questi santi godono di benedizioni spirituali a dir poco indescrivibili. Difatti, la Scrittura dice che Dio «ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo» (Efesini 1:3). Ogni benedizione. Nessuna esclusa.
Una delle realtà più sconvolgenti (e difatti anche tra le più incomprese e spesso intellettualmente rifiutata nella Chiesa) è che il credente in Cristo è irreprensibile (ovvero, perfettamente giusto) agli occhi di Dio.
Ciò è deducibile da versi chiarissimi nella Bibbia:
- Siamo stati dichiarati giusti per fede (Romani 5:1);
- Possediamo la giustizia (perfetta) di Dio (2 Corinzi 5:21);
- Siamo, come detto, irreprensibili agli occhi di Dio (Colossesi 1:21-22; Efesini 5:25-27);
- Il peccato che vive nella nostra carne viene ora visto separatamente dal «nuovo io» derivato dalla nuova nascita (Romani 7:15-25);
- Possiamo aver fiducia (e non paura, cfr. 1 Giovanni 4:18) nel giorno del giudizio, perché come è Gesù così siamo noi in questo mondo (1 Giovanni 4:17). E com’è Gesù? Senza peccato (Ebrei 4:15).1
Tutto ciò c’è stato concesso da una transazione di giustificazione (1 Corinzi 6:11) e garantito nel momento in cui abbiamo creduto il vangelo (Efesini 1:13-14).
Lode al Dio eterno, al nostro Signore Gesù Cristo.
- Questo è perfettamente consistente con il fatto che il non credente è in Adamo e quindi è come lui, cioè peccatore, pertanto morto perché il salario del peccato è la morte (Romani 6:23). Mentre il credente è come Cristo, senza peccato, quindi vivo. Come è scritto: «Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati» (1 Corinzi 15:22); e ancora «Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l’ultimo Adamo è spirito vivificante» (1 Corinzi 15:45) ↩
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Per sostenere il proprio credo che non esiste Dio, l’ateo è obbligato a dimostrare la conoscenza infinita, il che equivale a dire: «Ho conoscenza infinita che non esiste alcun essere con conoscenza infinita» — Ravi Zacharias
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Quella di Giona è l’incredibile storia di un profeta che, dopo essere stato inghiottito da un gran pesce e vomitato sulla riva, a malincuore ha portato la reprobe città di Ninive al pentimento. Il racconto biblico è spesso criticato dagli scettici a causa del suo contenuto miracoloso:
- Una tempesta mediterranea, invocata e dissipata da Dio (Giona 1:4-16).
- Un pesce enorme, usato da \Dio per inghiottire il profeta dopo essere stato gettato in mare (Giona 1:17).
- La sopravvivenza di Giona nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti1 (Giona 1:17).
- Il pesce che vomita Giona sulla riva al comando di Dio (Giona 2:10).
- Un ricino che Dio fa crescere rapidamente, al fine di fare ombra per Giona (Giona 4:6).
- Un verme mandato da Dio per attaccare il ricino (Giona 4:7).
- Un vento soffocante che Dio invoca per il disagio di Giona (Giona 4:8).
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Qualunque sia il tuo problema, la soluzione è Gesù!
Mai sentito niente del genere? O altre varianti sul tema? Mi spiace, ma se si cerca di attirare il non credente a Gesù così, si sta difatti predicando un falso vangelo. Se da un lato è vero che lo Spirito Santo che riceve il credente nato di nuovo può eliminare molti problemi all’istante e aiutarci ad eliminarne molti altri nel corso della vita, il punto è che svendere Gesù come colui che risolve i nostri problemi terreni è, semplicemente, blasfemo. Innanzitutto, non è la motivazione giusta per avvicinarsi a Gesù. Riconoscere il proprio stato di peccatore, invece, lo è. In seconda istanza, la soluzione dei nostri problemi temporali è una conseguenza, non la ragione per credere in Gesù. Terzo, anche dopo aver salvato qualcuno, il Signore potrebbe ignorare completamente tutti i suoi problemi temporali, senza per questo essere meno giusto, né tale persona meno graziata per aver ricevuto ciò che non si meritava. Per quanto gravi possano essere i nostri problemi in questa vita, noi tutti abbiamo un unico problema in comune, grande e dalle conseguenze eterne: siamo peccatori. La Bibbia ci dice chiaramente che tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 3:23) e che il salario del peccato è la morte (Romani 6:23a). Questo è il grande problema comune a tutta l’umanità: tutti muoiono perché tutti sono peccatori. Allo stesso tempo, la Bibbia ci ricorda che il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 6:23b) e che Gesù è l’unica via di salvezza per l’uomo (Giovanni 14:6; Atti 4:12). Invocate il nome del Signore (Romani 10:13), credete nel suo nome (Giovanni 1:12-13), nascete di nuovo (Giovanni 3:3). Gesù è morto per pagare tutti i peccati dell’umanità (1 Giovanni 2:2) ed è risorto per giustificare chiunque creda in lui (Atti 13:39).
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«Gli atei adorano parlare di leggi della scienza e leggi della logica. Parlano come se esistessero dei valori morali assoluti in base ai quali i Cristiani sono stati incriminati qualche minuto fa per non averli rispettati. Ma chi è l’ateo per parlarci di leggi? In un universo materialista non ci sono leggi, tantomeno leggi morali che bisogna rispettare» — Greg Bahnsen (The Great Debate)
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Tra meno di un giorno si celebrerà una della poche festività che divide il mondo cristiano. Stiamo parlando di Halloween. Per alcuni infatti, si tratta di un innocente giorno dell’anno in cui travestire i propri bimbi e fare qualche scherzo. Per altri invece rappresenta un ulteriore elogio alla profanità, una festività dove i bimbi sono incoraggiati a prender parte a pratiche pagane e occulte.
Halloween: una breve storia
Oggi Halloween è festeggiato in quasi tutto il mondo. Bambini e adulti si travestono da diavoli, streghe, morti viventi e quanto altro, andando in giro per le case a chiedere trick or treat, scambiarsi dolcetti o scherzetti. Il mondo del male è inevitabilmente associato ad Halloween; lo si celebra, lo si onora attraverso il riso e lo scherzo. Ma alcuni lo prendono più seriamente e durante quella notte rievocano spiriti, si uniscono per maledire e fare rituali occulti. Non è un caso che durante la notte di Halloween le autorità riportino un crescendo straordinario di atti vandalici, furti, crimini di ogni genere. Ma come si è arrivati a questo?
Origine delle “razze”
By Squadra Editoriale
On 31 Dicembre 2015
In Commentari
Questo è il verso conclusivo del decimo capitolo della Genesi, conosciuto come La tavola delle nazioni. Ci dice che tutte le nazioni del mondo si sono formate dai discendenti di Noè. La base di questa divisione a livello mondiale era la loro dispersione a Babele (Genesi 11:9), «ciascuno secondo la propria lingua, secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni» (Genesi 10:5; vedi anche Genesi 10:20,31). Per evitare che qualcuno pensi che questo elenco di nazioni sia semplicemente folklore, ci basta ricordare che William F. Albright, probabilmente il più grande archeologo del XX secolo, lo ha definito «un documento sorprendentemente accurato». Molti etnologi parlano ancora di lingue e popoli iafetici, camitici e semitici.1
Ma per quanto riguarda l’origine delle “razze”? Cercare nella Bibbia è invano, perché né la parola né il concetto di “razza” compare nella Bibbia! Non esiste alcuna razza, tranne la razza umana! Il colore della pelle e altre caratteristiche presunte razziali sono semplici ricombinazioni di fattori genetici innati, originariamente creati in Adamo ed Eva per permettere lo sviluppo di diverse caratteristiche familiari nella razza umana, alla quale fu comandato di moltiplicarsi e riempire la terra (Genesi 1:28; 9:1).
“Razza” è rigorosamente un concetto evolutivo utilizzato da Darwin, Huxley, Haeckel, e gli altri evoluzionisti del XIX secolo per razionalizzare il loro razzismo. Ma da principio non fu così! «Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso; […] ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra» (Atti 17:24,26).
Liberalmente tradotto e adattato da Origin of the races by Henry M. Morris III.