Per Grazia

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Custodisci il tuo cuore – Parte II: come?

L’enfasi del nostro verso portante sta nella frase “più di ogni altra cosa”. Altre versioni, come la Diodati, traducono “con ogni cura”; la versione inglese invece riporta “con ogni diligenza”. Potremmo in breve dire che dovremmo:

  • Curarlo con ogni cura possibile
  • Difenderlo con ogni difesa possibile
  • Custodirlo con ogni custodia possibile

Un buon punto di partenza per fare ciò è chiedere a Dio, come il salmista ha fatto:

Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna. (Salmi 139:23-24)

Custodisci il tuo cuore – Parte I: perché?

È la prima volta che partecipo ad una conferenza per sole donne. Devo ammettere che ci sono andata abbastanza scettica, il che è perfettamente conforme alla mia natura. Eppure, il Signore mi ha sorpreso, in maniera dolce e bella (come è Suo solito fare!), così che di questa GBWA Kent Women Conference adesso ho un ricordo stupendo. E con grande desiderio voglio parlarne con voi, perché possiate come me trarre beneficio da ciò che ho ascoltato e ricordare questo messaggio importante, per applicarlo ogni giorno.

Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita” (Proverbi 4:23)

Parabola dei due Figli

La Parabola dei due Figli

Recentemente ho fatto una chiacchierata con un gruppo di cattolici romani online. Una delle persone su quella pagina si è dimostrata cordiale e aperta al dialogo; abbiamo discusso le nostre differenze tranquillamente. Tuttavia, una delle domande che mi ha fatto richiedeva una risposta lunga che sostanzialmente si è tradotta in un piccolo studio biblico, che ora vi propongo.

La richiesta

Mi è stato chiesto di analizzare i versi di Matteo 21:28-32. Il commento che accompagnava la richiesta era: «In pratica, questa parabola pone il fare prima del credere, nel senso che il fare implica già il credere, anche se non viene espresso pubblicamente a parole».

È chiaro che il nostro amico ha portato il suo bagaglio presupposizionale nella discussione, leggendo nel testo delle opere giustificatrici che seguono necessariamente la vera fede, quando difatti tale concetto è totalmente alieno al testo che stiamo per esaminare. Intanto, citiamo il passaggio:

«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Avvicinatosi al primo, disse: “Figliolo, va’ a lavorare nella mia vigna oggi”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”; ma poi, pentitosi, vi andò. Avvicinatosi all’altro, disse la stessa cosa. Egli rispose: “Vado, signore”; ma non vi andò. Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli dissero: «Il primo». E Gesù a loro: «Io vi dico in verità: i pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio. Poiché Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete pentiti neppure dopo per credere a lui. (Matteo 21:28-32)

Efesini 1:1-10

Lettera agli Efesini 1:1-10

Benvenuti alla nostra nuova serie di studi incentrata sulla Lettera agli Efesini. Inizieremo dai primi dieci versi del primo capitolo.

Introduzione

Per iniziare, diamo un breve sguardo alla lettera nel suo insieme: l’apostolo Paolo ci parla, in questa epistola, del piano salvifico di Dio, delle grandi benedizioni di cui godono coloro la cui posizione è in Cristo (ovvero, coloro che sono salvi), del mistero dei non ebrei inclusi nel piano di Dio, dell’abbattimento delle barriere culturali, sociali e di ogni tipo all’interno della Chiesa di Cristo, etc. È una lettera breve, ma ricca di insegnamenti e spiegazioni.

I manoscritti più vecchi, uniti alle prove testuali interne, ci dicono che Paolo ha probabilmente scritto questa lettera come missiva generale da far circolare nell’area dell’Asia Minore, di cui Efeso era il maggior centro dell’epoca. La dicitura “che sono in Efeso” venne probabilmente aggiunta successivamente per dare un marchio distintivo alla lettera usando la città più emblematica dell’area.

Ciò detto, nonostante qualche disperato tentativo della critica moderna, non vi è praticamente alcun dubbio che l’apostolo Paolo sia l’autore di questa lettera, e che i destinatari fossero i santi dell’Asia Minore.

Una nota curiosa di questa lettera è che, nell’originale, dal verso tre al verso quattordici, Paolo impiega una sola lunga frase senza pause, passando dalla lode a Dio per le benedizioni riversate sui santi in Cristo, all’introduzione dei temi principali della lettera.

Succede mai nulla al di fuori della sovranità di Dio?

È domenica, sono appena tornato dalla chiesa e ho fatto un buon pranzo domenicale con la mia famiglia. Dopodiché, ho dato un’occhiata a Facebook. Da un gruppo teologico, a cui ho aderito di recente, ho letto questa domanda, posta da un Calvinista:

Succede mai nulla al di fuori della sovranità di Dio? Se sì, cosa? (Citare le Scritture, per favore)

5 (+1) ragioni per credere nella risurrezione di Cristo

Perché sono dispensazionalista?

Perché sono dispensazionalista?

Recentemente sono entrato in contatto col fratello Randy White di Dispensational Publishing House, e mi ha chiesto di scrivere per la sua rubrica Why am I a dispensationalist?, ovvero Perché sono dispensazionalista? Finora non ho mai scritto, qui su Per Grazia, riguardo il dispensazionalismo nello specifico; quindi vi rimando a un’introduzione esterna. Di seguito, trovate la traduzione in italiano di ciò che ho scritto per la rubrica di Randy.

Le dispensazioni

Abbiamo il piacere di annunciarvi che il frutto della nostra prima collaborazione con Ariel Ministries è finalmente maturato. Per Grazia ha tradotto lo studio biblico del Dr. Fruchtenbaum, intitolato Le dispensazioni, che si va ad aggiungere alle tante altre traduzioni che il gruppo italiano ha prodotto finora. Di seguito, un estratto del manoscritto (che potete scaricare qui):

Per capire esattamente cosa sia una dispensazione, dobbiamo fare riferimento a due termini della lingua greca dai quali deriva il concetto. Il primo termine è oikonomia, da cui proviene il termine “ecumenico”, che significa “gestire”, “regolare”, “amministrare”, “pianificare”. Il secondo è aion che significa “età” ed enfatizza l’elemento temporale di una dispensazione. Pertanto, da un lato il termine dispensazione fa riferimento ad un modo specifico con cui Dio amministra il Suo programma e la Sua volontà nel mondo e dall’altro indica un periodo di tempo. In riferimento al suo contenuto e significato, una dispensazione è un’amministrazione, una responsabilità. In relazione al tempo, è un’età, poiché ogni dispensazione copre un periodo di tempo. In ogni dispensazione Dio amministra la Sua economia, il Suo dominio, la Sua autorità e il Suo programma in modi diversi rispetto alla precedente. Le dispensazioni sono, dunque, distinti periodi di tempo durante i quali Dio dispensa la Sua volontà in un modo specifico e unico, basato su un patto sul quale poggia una particolare dispensazione. Ogni dispensazione è caratterizzata da sette elementi o aspetti specifici: 1. Ogni dispensazione ha uno o più nomi, i quali riflettono, in qualche modo, la regola di vita per quella particolare dispensazione. 2. Per ogni dispensazione esiste una persona chiave alla quale è data una specifica rivelazione. 3. Ogni dispensazione impartisce all’uomo una responsabilità, poiché ogni dispensazione inizia con una nuova rivelazione che richiede una risposta da parte dell’uomo. 4. È prevista una prova specifica. 5. A seguito di tale prova si ha un fallimento specifico. 6. C’è un giudizio che segna il termine della dispensazione. 7. Ogni dispensazione possiede qualcosa che caratterizza la grazia divina.

Buon Anno!

Buona fine e buon principio!

Un altro anno è passato.

Se conoscete il Signore Gesù, e non intendo conoscerlo come figura storica, ma una conoscenza salvifica di Cristo come proprio Signore e Salvatore, una conoscenza da peccatore che ha la certezza dei suoi peccati tanto quanto ha fede solo e unicamente nel fatto che il sacrificio di Cristo è sufficiente a cancellarli tutti, in toto, per sempre. Se conoscete il Signore Gesù — dicevo — ringraziatelo per tutto ciò che ha fatto (1 Tessalonicesi 5:18)

Se non Lo conoscete, be’, ringraziatelo ugualmente, poiché l’intero creato sussiste in Lui (Colossesi 1:17) e perché «egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Matteo 5:45).

Se bramate un mondo dove morte, sofferenza, dolore, conflitto e male non esistono, allora bramate I Nuovi Cieli e La Nuova Terra (Apocalisse 21:1). Sappiate dunque, se non lo sapete già, che l’unica via per arrivarvi è nascere di nuovo (Giovanni 3:3), per grazia attraverso la fede in Gesù (Efesini 2:8-9).

Cosa aspettate? Avete soltanto questa vita a disposizione (Ebrei 9:27) per fare questa scelta; la scelta più importante della vostra vita.

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, 26 e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo (Giovanni 11:25-26)

Si può arrivare al Padre senza Gesù?

Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni 14:6)

Pensate alla legge di Mosè. Nemmeno il sommo sacerdote di Dio poteva entrare nel luogo santissimo, e quindi stare alla Sua presenza, senza un sacrificio di espiazione offerto per sé stesso (Levitico 16). Dopo aver effettuato tale sacrificio e dopo aver spruzzato il sangue sull’altare, solo allora il sommo sacerdote poteva entrare nel luogo santissimo e “incontrare” Dio. Ma se un uomo fosse entrato senza sacrificio sarebbe morto immediatamente, poiché nulla di impuro può mai entrare alla presenza di Dio. Ora è Gesù il sacrificio (e l’eterno sommo sacerdote) che ci garantisce la purezza e ci permette quindi di stare alla presenza del Padre. Senza fede nel Suo sangue versato, a cui il credente fa appello per la propria espiazione, per il perdono dei propri peccati, la via è chiusa e la morte inevitabile.

Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. (Ebrei 10:19-22)

Croce

Come si fa a compiacere Dio?

La Bibbia ci insegna che chi ascolta le parole di Dio costruisce sulla roccia, e niente può abbatterla. E le parole di Dio sono queste:

Amate Dio e amatevi gli uni gli altri (Luca 10:27).

Ma come si fa ad amare Dio? Da cosa possiamo partire per cominciare ad amarlo e compiacerlo? Nella mia carne, in questo cuore sembra non esserci spazio per l’amore verso Dio. Amo il mio sposo, i miei figli, i miei genitori e gli amici…ma Dio sembra non rientrarci in questo amore, sembra esserne fuori. Quando il mio cuore subisce qualche danno per via delle cose che nella vita non vanno sempre bene, ecco che sento venir meno ancora di più, il sentimento di amare Dio. O forse cerco di avvicinarmi con la preghiera ma in qualche modo, non so come sentirlo, non ho risposte ai miei interrogativi, le mie parole sembrano viaggiare nel vuoto, raggiungono un muro e sembra che Dio sia lontano…sembra che non possa sentirle. Allora lo abbandono di nuovo. Torno alla mia vita lontana da Lui…ci credo si, ma col cuore freddo, ci credo con le mie azioni di carità, con il mio essere gentile…ecco basterà questo a far felice Dio?

Antico Egitto

L’Antico Egitto conferma la Genesi

Manétóne era uno storico e sacerdote egiziano del 270 a.C.1 La sua cronologia dei re d’Egitto, che differisce da quella biblica di diversi secoli, ha portato alcuni archeologi evangelici fuori strada. E ciò non è un problema da sottovalutare, visto che la questione è stata utilizzata per screditare la Bibbia. Ma anche alcuni storici laici stanno ora cominciando a capire che la cronologia di Manétóne ha bisogno di una drastica revisione per motivi che il sacerdote non poteva sapere all’epoca; si è scoperto, infatti, che alcuni dei re che egli pensava avessero regnato in successione hanno invece governato contemporaneamente.2

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