È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Categoria: Teologia

Chiamale, se vuoi, obiezioni – Parte III

Nella terza parte di questa serie risponderemo alla fallace obiezione di mancanza di storia dietro il dispensazionalismo e il rapimento pre-tribolazione.

Caratteristiche invise ai Riformati

Tra le caratteristiche del sistema dispensazionalista classico più invise ai Riformati e altri non-dispensazionalisti troviamo:​*​

  1. Premillenialismo (specie dispensazionalista)
  2. Israele e Chiesa come due entità separate​†​
  3. Centralità di Israele nel secondo avvento
  4. Centralità di Israele nel millennio
  5. Rapimento pre-tribolazione
  6. Rigetto della priorità ermeneutica del NT sul VT
  7. Rigetto di allegorizzazione arbitraria

Chiamale, se vuoi, obiezioni – Parte II

Nella seconda parte di questa serie parleremo principalmente della questione delle sette economie (o dispensazioni) e toccheremo brevemente la questione del cessazionismo dei doni spirituali.

Dispensazioni

Nonostante la nostra aperta posizione teologica, se c’è qualcosa alla quale diamo poca enfasi, paradossalmente, sono proprio le dispensazioni (o economie). Ciò che costituisce il fondamento del nostro sistema teologico è dare priorità all’ermeneutica storico-grammaticale. Tale metodo è stato riassunto in quella che è diventata famosa come la Regola d’Oro dell’Interpretazione:

Quando il significato ovvio della Scrittura ha senso, non cercate altro significato; pertanto, interpretate ogni parola in base al suo primario, ordinario, usuale significato letterale, a meno che i fatti del contesto immediato, studiati alla luce di passaggi correlati e di verità assiomatiche e fondamentali, indichi chiaramente di fare altrimenti.​[1]​

David L. Cooper

Il dispensazionalismo è incentrato sull’utilizzo quasi dogmatico di questa ermeneutica ed è per questo che chiunque aderisce con lo stesso livello di dogmatismo a tale principio ermeneutico non può dire con coscienza di non essere dispensazionalista.​*​

Chiamale, se vuoi, obiezioni – Parte I

Un caro fratello che ci segue e che si definisce (parole sue) “riformato fino al midollo osseo”, ha recentemente lasciato le sue obiezioni sotto un post Facebook là dove un altro fratello condivideva una nostra testimonianza scritta originariamente per una rubrica americana.

Il commento del fratello riformato si articola in una dichiarazione di apertura, delle obiezioni, delle conclusioni, e una dichiarazione di chiusura.

La dichiarazione di apertura è che lui nasce dispensazionalista, per poi diventare Riformato dopo cinque anni di studi approfonditi.

Le sue obiezioni sono:

  1. Il dispensazionalismo ha solo due secoli di storia
  2. Il dispensazionalismo erra nella sua divisioni della storia biblica in sette economie
  3. Il dispensazionalismo è cessazionista (rigetta i doni spirituali)
  4. Il rapimento pretribolazionista non ha riscontro storico

Da questi punti, il fratello vede solo due possibili conclusioni:

  1. O i dispensazionalisti non hanno mai capito nulla
  2. Oppure c’è qualcosa che non va nelle loro conclusioni

C’è poi l’affermazione finale:

La base comune come “la sola grazia mediante la fede”, “la trinità” e “l’assoluta autorità delle Scritture” fa entrare il dispensazionalismo nella chiesa di Cristo, [e sono quindi] miei fratelli.‬‬‬‬

Quando essere concisi è impossibile

In uno spazio molto breve il fratello fa tante affermazioni pesanti e senza mai corroborarle, nonostante l’onere della prova ricada chiaramente su di lui. Del resto, è un commento su Facebook, non ce lo si aspetta nemmeno.

Tuttavia, le affermazioni arbitrarie sono infruttuose, e lasciano il tempo che trovano. Quando mi son messo a scrivere per rispondere è diventato subito chiaro che non avrei potuto rispondere fruttuosamente ai suoi punti in maniera concisa. Si sarebbe ridotto a un botta e risposta di affermazioni non comprovate. Assolutamente inutile.

È stato lì che ho deciso di sfruttare l’occasione per far diventare la bozza che avevo buttato giù, una serie di articoli qui sul nostro sito, che prendendo spunto dalle sue obiezioni cercheranno di far chiarezza su obiezioni che arrivano comunemente dal campo riformato, nello spirito del seguente proverbio

Il ferro forbisce il ferro; così un uomo ne forbisce un altro.

Proverbi 27:17

Rapimento della Chiesa: fiction o realtà?

L’argomento è certamente scottante. Molti hanno un’opinione preformata riguardo al Rapimento, alcuni preferiscono sperare nel pretribolazionismo ma prepararsi per il post, altri rinunciano allo studio e l’insegnamento della dottrina perché trovano sia una matassa troppo complicata da sbrogliare. Altri ancora non credono affatto ci sia un rapimento.

In questa serie vogliamo studiare a fondo la dottrina del Rapimento della Chiesa e concentrarci sui versi chiave che la presentano, con un’enfasi sull’esegesi del testo (facendo cioè parlare il testo e non leggendo nel testo) mettendo così a nudo le tradizionali scuole di pensiero.

Provvidenza divina?

Recentemente ci siamo trovati ad affrontare una controversia nata da un articolo sulla dottrina della provvidenza divina, pubblicato su un sito aderente, in larga parte, alla teologia riformata (Calvinismo). Il disaccordo è nato dal fatto che colui che ce lo ha riportato, seppur dichiarandosi ferventemente non calvinista, non aveva riconosciuto che tale articolo aveva proprio quell’impronta.

Vogliamo qui evidenziare, passaggio per passaggio, gli elementi che si rifanno a tale dottrina, così che il lettore possa conoscerli e riconoscerli in futuro, ed evidenziare il perché, alla luce della Parola, essi siano da ritenersi non biblici.

Succede mai nulla al di fuori della sovranità di Dio?

È domenica, sono appena tornato dalla chiesa e ho fatto un buon pranzo domenicale con la mia famiglia. Dopodiché, ho dato un’occhiata a Facebook. Da un gruppo teologico, a cui ho aderito di recente, ho letto questa domanda, posta da un Calvinista:

Succede mai nulla al di fuori della sovranità di Dio? Se sì, cosa? (Citare le Scritture, per favore)

Si può arrivare al Padre senza Gesù?

Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni 14:6)

Pensate alla legge di Mosè. Nemmeno il sommo sacerdote di Dio poteva entrare nel luogo santissimo, e quindi stare alla Sua presenza, senza un sacrificio di espiazione offerto per sé stesso (Levitico 16). Dopo aver effettuato tale sacrificio e dopo aver spruzzato il sangue sull’altare, solo allora il sommo sacerdote poteva entrare nel luogo santissimo e “incontrare” Dio. Ma se un uomo fosse entrato senza sacrificio sarebbe morto immediatamente, poiché nulla di impuro può mai entrare alla presenza di Dio. Ora è Gesù il sacrificio (e l’eterno sommo sacerdote) che ci garantisce la purezza e ci permette quindi di stare alla presenza del Padre. Senza fede nel Suo sangue versato, a cui il credente fa appello per la propria espiazione, per il perdono dei propri peccati, la via è chiusa e la morte inevitabile.

Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. (Ebrei 10:19-22)

Croce

Come si fa a compiacere Dio?

La Bibbia ci insegna che chi ascolta le parole di Dio costruisce sulla roccia, e niente può abbatterla. E le parole di Dio sono queste:

Amate Dio e amatevi gli uni gli altri (Luca 10:27).

Ma come si fa ad amare Dio? Da cosa possiamo partire per cominciare ad amarlo e compiacerlo? Nella mia carne, in questo cuore sembra non esserci spazio per l’amore verso Dio. Amo il mio sposo, i miei figli, i miei genitori e gli amici…ma Dio sembra non rientrarci in questo amore, sembra esserne fuori. Quando il mio cuore subisce qualche danno per via delle cose che nella vita non vanno sempre bene, ecco che sento venir meno ancora di più, il sentimento di amare Dio. O forse cerco di avvicinarmi con la preghiera ma in qualche modo, non so come sentirlo, non ho risposte ai miei interrogativi, le mie parole sembrano viaggiare nel vuoto, raggiungono un muro e sembra che Dio sia lontano…sembra che non possa sentirle. Allora lo abbandono di nuovo. Torno alla mia vita lontana da Lui…ci credo si, ma col cuore freddo, ci credo con le mie azioni di carità, con il mio essere gentile…ecco basterà questo a far felice Dio?

La Parola era Dio

Lo ricordo come se fosse ieri il primo attacco che il nemico sferrò alla mia neonata fede: Cristiano da pochissimi giorni, ancora con la paura di non essere realmente salvo, ma convinto nel mio cuore di chi fosse Gesù e cosa avesse fatto per l’umanità (e quindi per me, personalmente);1 ero su Facebook e condivido uno dei miei versi preferiti:

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. (Giovanni 1:1)

Una persona con la quale avevo condiviso l’ultima fase politica della mia vita,2 e che aveva sempre professato credo in Dio e nella Bibbia come rivelazione scritta di Dio, rispose dicendomi che questo verso era tradotto male, che Gesù non era Dio e che la Trinità era un’invenzione del Concilio di Nicea. La traduzione giusta secondo lui sarebbe stata la seguente:

La triplice natura della tentazione

E la donna vide che l’albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l’albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò. (Genesi 3:6 LND)

Il successo che Satana ebbe nel tentare Adamo ed Eva quando li persuase a ribellarsi contro la Parola di Dio nel Giardino dell’Eden, l’ha spinto a usare la stessa tecnica ripetutamente dall’allora. Con questa triplice tentazione, fa gola al corpo, all’anima e allo spirito. Prima tenta con appetiti carnali (“buono da mangiare”), poi con risposte emotive (“piacevole agli occhi”), e infine coll’orgoglio spirituale (“rendere uno intelligente”).

Giovanni chiama questi desideri “la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita” (1 Giovanni 2:16). Giacomo li definisce “terren[i], natural[i] e diabolic[i]” (Giacomo 3:15).

Satana tentò perfino Cristo con le stesse tentazioni nel deserto: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani» (Matteo 4:3). Ovvero, “soddisfa la tua fame fisica”. «Gettati giù» dal «pinnacolo del tempio» (Matteo 4:5-6), così da poter godere della sensazione esilarante di essere riportato su dagli angeli. «Tutte queste cose ti darò» (Matteo 4:9) senza dover andare sulla croce, provocò Satana.

Cristo, tuttavia, superò la prova, citando in ogni occasione un verso delle Scritture appropriato per ottenere la vittoria. Oggi, quando siamo tentati, noi possiamo trarre forza dalla Sua e seguire il Suo esempio. “Beato l’uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano.” (Giacomo 1:12). “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare.” (1 Corinzi 10:13).


Tradotto da Temptation’s Threefold Nature.

Papa Francesco, 22 Maggio 2013

Papa Francesco e l’inclusivismo contrario al Vangelo

L’altro giorno in TV sentii uno stralcio del discorso di Papa Francesco. Il poco che sentii mi fece incuriosire. Poi su un sito che frequento, ci capito di nuovo e leggo di più. Con poca sorpresa da parte mia, che però nulla toglie alla gravità della cosa, apprendo che il papa aveva predicato un messaggio contrario al Vangelo di Gesù Cristo. Riprendo la trascrizione da questo sito.

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