È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Categoria: Pensieri e Riflessioni Page 2 of 3

Riflessioni libere sulla Parola di Dio e pensieri cristiani sul mondo in cui viviamo.

Buon Anno!

Buona fine e buon principio!

Un altro anno è passato.

Se conoscete il Signore Gesù, e non intendo conoscerlo come figura storica, ma una conoscenza salvifica di Cristo come proprio Signore e Salvatore, una conoscenza da peccatore che ha la certezza dei suoi peccati tanto quanto ha fede solo e unicamente nel fatto che il sacrificio di Cristo è sufficiente a cancellarli tutti, in toto, per sempre. Se conoscete il Signore Gesù — dicevo — ringraziatelo per tutto ciò che ha fatto (1 Tessalonicesi 5:18)

Se non Lo conoscete, be’, ringraziatelo ugualmente, poiché l’intero creato sussiste in Lui (Colossesi 1:17) e perché «egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Matteo 5:45).

Se bramate un mondo dove morte, sofferenza, dolore, conflitto e male non esistono, allora bramate I Nuovi Cieli e La Nuova Terra (Apocalisse 21:1). Sappiate dunque, se non lo sapete già, che l’unica via per arrivarvi è nascere di nuovo (Giovanni 3:3), per grazia attraverso la fede in Gesù (Efesini 2:8-9).

Cosa aspettate? Avete soltanto questa vita a disposizione (Ebrei 9:27) per fare questa scelta; la scelta più importante della vostra vita.

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, 26 e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo (Giovanni 11:25-26)

David Wood battezza il suo amico Nabeel Qureshi

Arrivederci Nabeel

Nabeel Qureshi, nato il 13 aprile del 1983, ci ha lasciato il 16 settembre 2017, dopo poco più di un anno passato a battagliare — con fede e medici — un cancro aggressivo allo stomaco diagnosticatogli nell’agosto dell’anno scorso.

Mi rendo conto che Nabeel Qureshi potrebbe non essere molto — se non affatto — conosciuto in Italia, ma è mio sincero desiderio commemorarlo, avendo egli fatto parte della mia vita, del mio percorso di fede e del mio training (ancora e per sempre in corso) come apologeta. Pur non avendolo mai incontrato personalmente, Nabeel è stato più reale e influente nella mia vita di tantissimi altri.

A dimostrazione della grandezza di Dio, della natura della Chiesa e del lavoro dello Spirito Santo, il suo amore, sempre vivido in tutto ciò che faceva per servire il Signore, è arrivato fino a noi, e il bene che mia moglie e io abbiamo provato — e ancora proviamo — per lui è davvero grande. Altrettanto grande è la tristezza che sentiamo sapendo che non apparirà più sul suo canale YouTube, che non sarà più in giro per il mondo a evangelizzare e dibattere, che non scriverà più libri, che — in questa vita — non avremo possibilità di incontrarlo, e che non potrà essere il padre e il marito che desiderava tanto essere per Ayah e Michelle.

Ma il nostro conforto è in Dio e nel Vangelo di Cristo, che ci dà la certezza che Nabeel è vivo anche ora (2 Corinzi 5:1-8), che il suo dolore è finito, le sue lacrime asciugate per l’ultima volta, e che risorgerà con corpo glorificato per passare la vita eterna con tutti noi e col nostro Dio (Apocalisse 21:3), Colui che ci ha riscattati col Suo Sangue, il Signore Gesù Cristo.

Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. (1 Giovanni 5:20)

Cuore di pietra

La coppa dell’ira, la croce della grazia

La Parola di Dio è come una porta. A colui il quale il Signore dà di aprirla e attraversarla, essa conduce ad una dimensione di conoscenza, istruzione e comprensione, di Dio e del mondo, del tutto nuova e veritiera. Quando un testo biblico viene compreso con lo Spirito esso è fonte di grande gioia e meraviglia, oltre che di grande utilità per la vita di ogni giorno. Io trovo in questo la mia gioia e forza, nella Parola di Dio.

L’altro giorno stavo leggendo Geremia, e questi versi mi hanno ispirato una riflessione, che ho compreso come nuova, e vorrei condividerli con voi.

Il marito amorevole

L’apostolo Paolo ci dice che noi mariti dobbiamo amare le nostre mogli come anche Cristo ha amato la Chiesa (Efesini 5:25), con un amore sacrificale, preparati a morire per loro, e sempre pronti a perdonare tutto ciò che hanno fatto e mai faranno di sbagliato (Colossesi 2:13; Ebrei 10:4), perché questo è ciò che Gesù ha fatto e fa ogni giorno con la Chiesa. Dobbiamo essere preparati a essere feriti e colpevolizzati dagli sbagli delle nostre mogli, o persino a causa di essi; il tutto in silenzio, senza lamentarci, perché questa fu l’attitudine di Gesù mentre andava alla croce per pagare i nostri peccati (Isaia 53:7). Anche Pietro ci dice che l’amore copre una gran quantità di peccati (1 Pietro 4:8). L’apostolo, in realtà, cita un passaggio dal libro dei proverbi (Pr 10:12) e ci ricorda che il vero amore cerca sempre di perdonare e di non ritenere responsabili per le loro colpe coloro che ci offendono. Il vero amore cerca e fa la pace, laddove il mondo normalmente cerca lo scontro e causa divisioni. L’amore non addebita il male, dice di nuovo Paolo (1 Corinzi 13:5). In una traduzione più letterale leggeremmo «l’amore non porta il conto delle malefatte». In sintesi, l’amore non compila la lista degli sbagli altrui, ma li lascia cadere nel dimenticatoio.

La ragione del Natale

Sono cresciuto a Napoli. Da bambino il Natale era…«i regali». I zampognari. I dolci, con paste reali, mustacciuoli, roccocò. Gli struffoli, i datteri, le noci. Fare l’albero all’Immacolata e fare il presepe, ma col bambin Gesù «coperto», perché, è chiaro, bisogna aspettare la mezzanotte del 25 per scoprirlo; nun è nnato ancora, mi par di sentire pure ora la voce di mio padre. Crescendo, si aggiunge l’attesa del cenone della vigilia. ‘A ‘nzalata ‘e rinforzo. Il pranzare leggero il 24 dicembre, solo con una fetta di pizza di scarole. Le candele profumate e quelle mangiafumo. La frittura di pesce e baccalà, e il balcone spalancato per farne uscire la puzza. Mamma relegata in cucina, a volte con qualche zia. Le bancarelle di botti di contrabbando, che all’epoca spuntavano già a Settembre. Un po’ più avanti negli anni e si aggiungono le strade affollate, il consumismo, le decorazioni cittadine. E San Gregorio Armeno: presepi d’artigianato puro che rappresentano paesi interi, comunità, gente d’ogni specie, personaggi famosi. E Betlemme che talvolta lascia spazio a Napoli col Vesuvio, perché si sa, per il Napoletano, Napoli è il centro del mondo. E poi c’era la messa di Natale, finché i miei riuscirono ad obbligarmi. Tanta, tanta tradizione. Alla quale si aggiungeva cultura d’oltreoceano che poco c’entrava con tutto il resto. In televisione dozzine di film hollywoodiani. La favola di Babbo Natale. E il classico ripetuto ad nauseam: «a Natale sono tutti più buoni». Ma perché solo a Natale poi? La gente non può essere buona tutto l’anno? (No, non può (Romani 3:10-12), ora lo so. Ma all’epoca no).

Croce

Svendere Gesù

Qualunque sia il tuo problema, la soluzione è Gesù!

Mai sentito niente del genere? O altre varianti sul tema? Mi spiace, ma se si cerca di attirare il non credente a Gesù così, si sta difatti predicando un falso vangelo. Se da un lato è vero che lo Spirito Santo che riceve il credente nato di nuovo può eliminare molti problemi all’istante e aiutarci ad eliminarne molti altri nel corso della vita, il punto è che svendere Gesù come colui che risolve i nostri problemi terreni è, semplicemente, blasfemo. Innanzitutto, non è la motivazione giusta per avvicinarsi a Gesù. Riconoscere il proprio stato di peccatore, invece, lo è. In seconda istanza, la soluzione dei nostri problemi temporali è una conseguenza, non la ragione per credere in Gesù. Terzo, anche dopo aver salvato qualcuno, il Signore potrebbe ignorare completamente tutti i suoi problemi temporali, senza per questo essere meno giusto, né tale persona meno graziata per aver ricevuto ciò che non si meritava. Per quanto gravi possano essere i nostri problemi in questa vita, noi tutti abbiamo un unico problema in comune, grande e dalle conseguenze eterne: siamo peccatori. La Bibbia ci dice chiaramente che tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 3:23) e che il salario del peccato è la morte (Romani 6:23a). Questo è il grande problema comune a tutta l’umanità: tutti muoiono perché tutti sono peccatori. Allo stesso tempo, la Bibbia ci ricorda che il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 6:23b) e che Gesù è l’unica via di salvezza per l’uomo (Giovanni 14:6; Atti 4:12). Invocate il nome del Signore (Romani 10:13), credete nel suo nome (Giovanni 1:12-13), nascete di nuovo (Giovanni 3:3). Gesù è morto per pagare tutti i peccati dell’umanità (1 Giovanni 2:2) ed è risorto per giustificare chiunque creda in lui (Atti 13:39).

Le Lingue e la Scrittura

Le lingue sono il solo dono dello Spirito che può essere più facilmente contraffatto. Per coloro che, senza spirito critico, ne accettano qualsiasi manifestazione come se fosse dal Signore, l’enfasi è sull’esperienza anziché sulla Parola di Dio. Eppure Pietro punta a una più salda parola profetica – Le Scritture – piuttosto che all’esperienza, persino alla luce di un’esperienza come quella sul Monte della Trasfigurazione (2 Pietro 1:16-21): “Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un’interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.” (2 Pietro 1:20-21)The Berean Call, Apples of Gold, 5/9/2015

L’egoismo ateo

La Parola di Dio afferma che chiunque neghi l’esistenza del vero Dio, lo fa su basi emotive e non su basi razionali.

Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c’è Dio». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c’è nessuno che faccia il bene. (Salmi 14:1)

Infatti, Dio è il fondamento di intelligenza, conoscenza, saggezza e istruzione.

Il timore del Signore è il principio della scienza; gli stolti disprezzano la saggezza e l’istruzione. (Proverbi 1:7) Il principio della saggezza è il timore del Signore, e conoscere il Santo è l’intelligenza. (Proverbi 9:10)

Tutti conoscono il vero Dio e chi lo nega (sia egli ateo o di altra religione) non fa altro che soffocare la verità che conoscono a pieno con scuse irrazionali e col peccato (Romani 1:18-25).

Non è dunque una sorpresa che oggigiorno molti cosiddetti atei (i “Nuovi Atei”) e scettici sono profondamente e intenzionalmente ignoranti del Cristianesimo, degli insegnamenti biblici e della natura stessa di Dio. E aggiungerei filosoficamente vuoti, grazie allo scientismo rampante.

Il verdetto di Dio

L’uomo crede che l’intelletto umano e il ragionare siano potenti, e che il cervello sia capace di comprendere tutte le verità del mondo; ma il verdetto della Parola di Dio è “vanità delle vanità”. Fintanto che l’uomo si trova nel suo stato soggetto all’anima, egli vive spesso nel senso d’insicurezza di quest’epoca e cerca anch’egli la vita eterna nelle età a venire. Ma sebbene lo faccia, egli è impossibilitato nel ricevere e scoprire la Parola della vita e questo a causa del suo continuo pensare e teorizzare. Quanto inaffidabili sono i ragionamenti umani! Si osserva spesso come persone grandemente dotate si perdano nelle loro stesse diverse opinioni. Le teorie conducono l’uomo all’errore. Sono castelli nell’aria, che lo spingono verso l’oscurità eterna. La verità è che senza la guida dello Spirito Santo, l’intelletto non solo è inaffidabile ma anche estremamente pericoloso perché spesso confonde il bene e il male. Un agire incauto può causare non solo perdita permanente ma anche dolore eterno. La mente oscurata dell’uomo, spesso lo conduce alla morte eterna. Se solo le anime non rigenerate potessero comprendere tutto questo, quanto bene sarebbe!

Liberalmente citato e tradotto da The Spiritual Man, di Watchman Nee

Un altro nome?

Nominate una sola persona rimasta famosa nella storia, buona o cattiva che sia, il cui nome è stato adottato come bestemmia o profanità: Napoleone? Shakespeare? Hitler? Madre Teresa? O magari Gandhi?

C’è un Un solo essere umano il cui Nome è usato tutt’oggi per esprimere disgusto. Egli è Colui che ha detto «amate i vostri nemici», che ha detto di dimostrare gentilezza verso coloro che vi maltrattano, e fare al prossimo così come voi vogliate che facciano a voi.1

Perché dunque Lo disprezzano? È perché Egli è anche Colui che sostiene che Dio richiede responsabilità morale. Egli ci avvisò:

Il mondo non può odiare voi; ma odia me, perché io testimonio di lui che le sue opere sono malvagie. (Giovanni 7:7)


Tradotto da Words of Comfort: Another name?


  1. Vedere Matteo 5:44 e Luca 6:31, ndr. 

Gli atei non esistono

La ragione per cui nessun ateo discute dell’esistenza di Babbo Natale, ma molti hanno discusso e discutono (anche in dibattiti pubblici) dell’esistenza di Dio è perché sanno benissimo che il primo non esiste, così come sanno benissimo che il Secondo esiste.

L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio, né lo hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti (Romani 1:18-22)

L’ateo non è veramente tale. La sua condizione non è quella di incredulità per mancanza di prove; è quella di ribellione contro Il Vero Dio che conoscono fin troppo bene.

Immanuel Kant, la natura umana e la verità biblica

Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente sup­porle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente, fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. (Immanuel Kant in Critica della ragion pratica).

Immanuel Kant non è certo passato alla storia come Cristiano fervente. È generalmente ritenuto un agnostico. Tuttavia, questa sua citazione presa dal suo lavoro Critica alla ragion pratica ha catturato la mia attenzione, perché le due cose che provocavano in Kant ammirazione e venerazione crescente sono due cose che nelle Sacre Scritture sono citate come aventi un ruolo chiave nel modo in cui Dio ha reso manifesta la sua esistenza all’umanità che è da Egli separata a causa del peccato.

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