È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

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Riflessioni libere sulla Parola di Dio e pensieri cristiani sul mondo in cui viviamo.

Non guardate me, guardate Cristo!

Rivalutare il ruolo della testimonianza personale per l’evangelizzazione e la crescita personale.

Nella cultura evangelica contemporanea, l’uso della testimonianza personale nell’evangelizzazione è diventato così comune che pochi si soffermano a considerare le sue implicazioni teologiche e pratiche. Si dà quasi per scontato che per comunicare efficacemente il Vangelo, si debba raccontare la propria storia, come si era soliti essere, come si è incontrato Cristo e come è cambiato tutto. Ciò accade più spesso durante l’evangelizzazione individuale o durante eventi in chiesa, in cui i non credenti di solito vengono su invito di amici praticanti; meno nell’evangelizzazione di strada.

Tuttavia, questo approccio narrativo fa spesso appello alle emozioni e alla trasformazione soggettiva e, sebbene possa sembrare convincente in superficie, comporta un rischio significativo: può oscurare il Vangelo stesso e indurre sia l’ascoltatore sia chi parla a pensare che la salvezza riguardi principalmente l’esperienza personale piuttosto che la verità oggettiva di Cristo crocifisso e risorto.

Principi biblici per una chiesa unita ed efficace

Tra le minacce più grandi a un ministero fiorente e fruttuoso vi sono la gelosia e l’orgoglio. Questi peccati non colpiscono solo gli individui; indeboliscono la chiesa, causando divisione, conflitti e stagnazione spirituale.

L’orgoglio precede la rovina e lo spirito altero precede la caduta (Pr 16:18)

Un cuore in pace dà vita al corpo, ma l’invidia fa marcire le ossa (Pr 14:30)

Tuttavia, il progetto di Dio per la Chiesa è un progetto di armonia, servizio reciproco e crescita.

In tutta la Scrittura, vediamo come la gelosia e l’orgoglio abbiano causato distruzione nei ministeri e nella leadership. Tuttavia, vediamo anche come l’umiltà, la cooperazione, l’apprendimento umile e l’incoraggiamento reciproco consentano alla chiesa di prosperare.

… Istruisci i saggi e diventeranno ancora più saggi; istruisci i giusti e accresceranno la loro dottrina. (Pr 9:8-9)

In questo articolo esploreremo i principi biblici fondamentali che ci insegnano a evitare orgoglio e gelosia nel ministero e come costruire una chiesa unita e incentrata su Cristo.

Come approcciare l’insegnamento seguendo l’esempio di Gesù

Tra tutti gli insegnanti che abbiano mai camminato su questa terra, Gesù è il più grande di tutti. Il Suo insegnamento era unico—pieno di saggezza, amore e una profonda comprensione del cuore umano. Parlava sia ai Suoi discepoli che allefolle in modo semplice e profondo, trasmettendo verità eterne attraverso parabole ed esempi quotidiani.

Una degli approcci più importanti del Suo insegnamento si concentrava sul proporre gli aspetti positivi di una lezione piuttosto che limitarsi a sottolineare ciò che era sbagliato. Questo era particolarmente vero quando insegnava ai Suoi discepoli. Un esempio lo troviamo in Luca 14:7-11, dove Gesù racconta una parabola sugli invitati a un banchetto di nozze. A prima vista, si potrebbe pensare che la parabola condanni l’orgoglio, ma il punto principale di Gesù è diverso: evidenziare i benefici dell’umiltà.

Piuttosto che limitarsi ad ammonire l’arroganza, Gesù insegna che un atteggiamento umile porta a maggiore onore ed evita imbarazzi inutili. Incoraggia le persone a scegliere l’ultimo posto, confidando nel fatto che saranno innalzate al momento opportuno. La Sua lezione non è solo un invito ad evitare la vergogna, ma ad abbracciare la benedizione che viene con la vera umiltà.

Questo metodo di insegnamento riflette un approccio biblico più ampio—uno che mette in risalto gli aspetti positivi piuttosto che semplicemente condannare quelli negativi. Un chiaro esempio di questo lo troviamo in Filippesi 4:8, dove Paolo incoraggia i credenti a concentrarsi su ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, ammirevole, eccellente e degno di lode. Questo dimostra che le azioni positive nascono da una mente che si concentra su pensieri positivi e puri.

Al contrario, Romani 7:8 offre una prospettiva diversa sulla legge: Paolo spiega che quando la legge proibisce qualcosa, spesso risveglia desideri peccaminosi piuttosto che prevenirli. Questo mostra come un approccio all’insegnamento che si limita a evidenziare gli errori possa, a volte, persino aumentare le difficoltà. Gesù, invece, ispira il cambiamento mettendo in evidenza i benefici di una vita giusta piuttosto che solo i pericoli di una vita sbagliata.

Scenda dalla puntata 3, stagione 3 di The Chosen

Credere non è la stessa cosa che comprendere

L’ispirazione per questo articolo è venuta da una frase pronunciata da Gesù nel terzo episodio della terza stagione di The Chosen, intitolato “Physician, heal yourself”. Questo momento fa parte dell’espansione creativa della scena nella sinagoga di Nazareth, dove Gesù legge dal rotolo di Isaia. In questa interpretazione, fanno dire a Gesù quanto segue:

Se non riesci ad accettare di essere spiritualmente povero e prigioniero, nello stesso modo in cui una donna gentile e un lebbroso siriano riconobbero il loro bisogno … se non riconosci di aver bisogno di un anno di favore del Signore, allora non posso salvarti.

Ciò riflette una linea di pensiero molto comune nella cristianità. Una con cui non siamo necessariamente d’accordo. Nella fede cristiana, c’è una distinzione cruciale tra credere a ciò che Dio dice e comprendere la piena portata di ciò che Dio dice e del perché lo dice. Questa differenza è spesso sottile ma profonda, e spesso il cristiano implica che non puoi davvero credere alle promesse di Dio se non le hai pienamente comprese, specialmente quando si tratta della promessa della vita eterna.

Eppure, la Scrittura ci mostra ripetutamente che la fede è radicata nell’affidarsi alla parola di Dio, anche quando la piena comprensione ci sfugge. La fede non richiede sempre una comprensione completa, ma ci chiama ad avere fiducia nell’affidabilità e nella veridicità di Dio, anche quando non comprendiamo appieno la profondità di ciò che sta rivelando.

Esploriamo questo tema attraverso esempi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, dove la fede spesso precedeva la comprensione, e come questa dinamica si manifesta nella vita dei credenti.

Fede e battesimo: una riflessione

Era la prima domenica di settembre. Quella mattina, iniziai la giornata imbattendomi in un versetto che avrebbe dato il via a una serie di riflessioni:

Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile». L’eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio»

Atti 8:37

Questo versetto, che racconta la risposta dell’eunuco etiope alla domanda di Filippo prima del suo battesimo, è assente in molti manoscritti antichi. Tuttavia, il suo significato va oltre i dibattiti testuali, come ho ricordato più tardi quel giorno stesso, durante una cerimonia battesimale.

Solo Cristo

Una domenica in Chiesa Cattolica Romana

Il presente articolo vuole riflettere insieme a voi sulla mia recente esperienza di messa cattolica. Alcune delle mie conclusioni o riflessioni potranno risultare controverse, soprattutto negli ambienti che sembrano avere come unica linfa vitale della propria fede quello di tenere il dito accusatorio ben puntato contro la Chiesa Cattolica Romana; ma le controversie portano almeno il beneficio della discussione, che se fatta civilmente, può solo edificare.

Precisazioni

Per chi è nuovo qui, voglio precisare che non sono cattolico romano e, personalmente, non suggerisco a nessun credente, neonato o “datato” che sia, di far parte di una congregazione di tale denominazione. Sia chiaro anche, però, che la ragione per cui non suggerisco la chiesa romana non è perché credo che sia totalmente priva di credenti, ma perché è una chiesa che, teologicamente e dottrinalmente, ha una lista piuttosto lunga di problemi che a mio avviso ostacolano non poco la gioia cristiana e il percorso verso la maturità, nonché l’accesso alla buona novella stessa.

Church

La chiesa online non è chiesa affatto

Un messaggio che ci è arrivato dal Regno Unito, ma che si applica in tutto l’occidente, e di certo anche in Italia.

Da quando il numero di fedeli che frequentano una chiesa è calato drasticamente in tutta la nazione e i culti online sono diventati più convenienti, è essenziale ricordarci perché frequentare una chiesa è così importante per te e la tua famiglia.

Non si può servire seduti su un divano. Non si può avere una comunione di fede, seduti su un divano. Non si può sentire la potenza di una stanza piena di fedeli che insieme adorano il Signore, seduti su un divano.

Noi cristiani non siamo solo ricettivi. Siamo collaboratori. Non stiamo solo a guardare. Agiamo in prima persona. Noi doniamo. Ci sacrifichiamo. Incoraggiamo. Noi preghiamo con l’imposizione delle mani su chi soffre. Noi viviamo insieme.

La chiesa ha bisogno di te. E tu hai bisogno della chiesa.

Non potevamo essere più d’accordo. Il comfort delle nostre case ha esacerbato l’inclinazione tutta occidentale di vedere la chiesa come un servizio da consumare. Questa non è la chiesa. La chiesa è un corpo vivo che ha bisogno di stare insieme. Non è nemmeno lontanamente assimilabile a un programma TV, uno spettacolo teatrale o a un discorso politico.

La chiesa si fa insieme. Se non si è insieme come si può:

  • Rallegrarsi con quelli che sono allegri e piangere con quelli che piangono? (Ro 12:15)
  • Rimproverare o esortare? (2 Ti 4:2)
  • Salutarsi con un bacio santo? (Ro 16:16; 1 Co 16:20; 2 Co 13:12; 1 Te 5:26)

Del resto, Paolo diceva:

perché io desidero grandemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, affinché siate fortificati. E questo è per essere in mezzo a voi consolato insieme mediante la fede che abbiamo in comune, vostra e mia.

Romani 1:11-12 (LND)

Perciò, fratelli:

Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.

Ebrei 10:24-25
Verità è luce

Gli effetti della verità

“Meglio essere divisi dalla verità che essere uniti nell’errore. È meglio dire la verità che ferisce e poi guarisce, che la menzogna che consola e poi uccide. Lascia che ti dica una cosa, amico, non è amore e non è amicizia se non enunciamo l’intero consiglio di Dio. È meglio essere odiati per aver detto la verità, che essere amati per aver detto una bugia. È impossibile trovare qualcuno nella Bibbia che fosse una potenza per Dio che non aveva nemici e non era odiato. È meglio stare da soli con la verità, che sbagliare con una moltitudine. È meglio riuscire alla fine con la verità che avere successo temporaneamente con una menzogna.”

Adrian Rogers

Solo nella Verità si trova redenzione e vita.

C’è chi, anche in ambiente Cristiano, preferirebbe che la verità non fosse assoluta ed esclusiva. C’è chi accusa di scandalo quelli come noi che credono nell’assolutezza ed esclusività della verità, rabbrividendo al pensiero di coloro che sono convinti di possedere la verità in esclusiva, ammonendo che tale posizione è voler attivamente considerare eretici tutti gli altri.

Ma questa è semplicemente una posizione ribelle.

La verità o la si possiede oppure no. Non è una questione di opinioni, né di convinzioni: la verità è assoluta e indipendente dal mio pensiero e da quello di chiunque altro. Per definizione è esclusiva. Lo scandalo non è la verità, ma è la menzogna, infatti chi è nella menzogna non ama la verità e fa di tutto per sopprimerla, insultarla, distruggerla, censurarla o distorcerla. La menzogna è del diavolo e si avvale degli strumenti del diavolo: così agiscono anche quelli che sono della menzogna. Ma quelli che sono della verità non fanno altro che esporla: non c’è bisogno di altro; essi infatti non insultano, né ammazzano, né censurano, né violentano. Non ce n’è bisogno, perché Essa, la Verità ha valore di per sé; è luce che mette in evidenza ed espone quello che c’è nascosto nel buio (Giovanni 3:19-21). La verità è una persona, Gesù il Cristo, ed Egli un giorno disse di non esser venuto a portare pace, ma la spada (Matteo 10). La Sua spada è la Sua Parola che divide ed è in grado di discernere e far discernere la Verità (e gli intenti del cuore), appunto, dalla Menzogna (Ebrei 4:12).

Regola d'oro

La regola d’oro

Così è chiamata la regola che Gesù dà durante il sermone sul Monte (Mt 7:12).

Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro

Gesù

Eppure il mondo usa spesso la versione complementare, molto popolare nelle religioni orientali:

“Non fate agli altri ciò che non volete gli altri facciano a voi”.

Confucio

Molti non si accorgono della differenza tra le due frasi e alcuni, ingenui e poco informati, tentano anche di screditare l’origine biblica del concetto insegnato da Gesù, affermando che Confucio insegnò la stessa cosa secoli prima.

Ma Confucio insegnò la seconda forma, non quella di Gesù. Ciò detto, la legge morale di Dio è nella coscienza di tutti gli uomini (Ro 2:14), quindi non sarebbe strano che un uomo arrivasse allo stesso concetto, che se vogliamo è alquanto semplice.

Tuttavia, una più attenta analisi, ci dimostra che la frase di Gesù ha delle implicazioni del tutto diverse. La forma di Confucio è un limitarsi a non fare agli altri ciò che non vogliamo che gli altri facciano a noi: è un comando passivo, che ci invita in qualche modo a non fare cose cattive agli altri. Ma non fare qualcosa di male non implica fare del bene. Ed è questa la ben più importante conseguenza dell’insegnamento di Gesù. Gesù si concentra sul dare e sul fare del bene, e non semplicemente sull’evitare di fare del male. Tutto quello che noi desideriamo che gli altri ci facciano, questo Gesù ci dice di fare agli altri. Al contrario della formula che insegna di “non fare”, la Regola d’Oro di Gesù implica sacrificio e altruismo da parte di chi segue la regola. Per dare e fare agli altri ciò che noi vorremo gli altri facessero e dessero a noi vuol dire privarci di tempo, soldi, beni e quant’altro, per darli ad altri.

Se da un lato il “non fare agli altri” si limita a un più semplice “non date fastidio agli altri e fatevi gli affari vostri”, dall’altro la regola di Gesù è votata a esprimere l’amore in pratica, con azioni altruiste e non egoistiche.

La regola d’oro di Gesù riflette il carattere benevolo, generoso e magnanimo di Dio.

La regola d’oro di Gesù è superiore, in quanto include la regola di Confucio. Mentre il viceversa non vale.

La differenza è netta.

O morte, dov’è la tua vittoria?

«O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?» Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge; ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo.

1 Corinzi 15:55-57

Viviamo tempi così incerti. Tante persone stanno perdendo o hanno perduto i loro cari in una maniera atroce e straziante. Molti non hanno avuto nemmeno la possibilità di dirsi addio, né hanno avuto una salma su cui piangere. Il dolore della perdita è sempre il più struggente, il più acuto possibile. In queste ore ho letto tante storie orribili, il pianto ha caratterizzato i nostri ultimi mesi e la paura ogni singolo giorno.

Questo articolo è rivolto a tutti coloro che stanno soffrendo per la perdita di qualcuno; per coloro che stanno lottando con la malattia e per coloro che stanno seduti sul divano e non hanno alcuna certezza del futuro. La vostra sofferenza non passa indifferente. La forza che oggi vi sembra venire meno, non rimane incompresa. Ma è stata già sollevata, ha ricevuto già conforto.

Eppure vi chiedete, dov’è Dio in tutto questo?

Cos’è l’amore?

L’amore! Oh, l’amore! Qualcuno disse che «move il sole e le altre stelle!» Cosa è l’amore?

Molti lo interpretano come fosse solo un sentimento, forte e passionale al momento, ma facile a spegnersi come il lume di una candela. L’amore cangevole, universale, unisex, interscambiabile. Una cosa straordinariamente soggettiva, senza complicazione né impegno. Così visto, l’amore è come un gioco, uno scherzo da non prendere sul serio, un abito di marca deprezzato all’outlet. Quanto è confuso l’amore di oggi!

Su un libro straordinario è scritto che Dio è amore. Com’è allora l’amore di Dio che ha inteso sin dal principio per l’uomo?

Il Re di tutta la terra è mio amico

Oh Signore, Tu sei il Re di tutta la terra. Quanto è grande, Signore, che Tu conosci me.

Conosci ogni mio pensiero intimo, Tu sei mio amico. Il Re di tutta la terra è mio amico! Tu cammini con me Signore, e hai sempre tempo per me, quando ti chiamo. Tu sei il Re di tutta la Terra e io posso chiamarti in ogni momento. A volte Signore mi chiami per stare con Te. Tu, il Re di tutta la terra, vuoi passare del tempo con me. Quando sono spaventata e persa, posso contare su di Te. A volte Signore, Re di tutta la terra, io sono arrabbiata con Te, ma a Tu non ci dai peso e continui ad ascoltarmi.

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