«Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare. (Matteo 23:13)
Nostro Signore Gesù pronuncia otto “guai a voi” in Matteo 23, rivolto ai capi religiosi dell’epoca. Questo qui sopra li condanna per il rifiuto della libertà che Cristo portava col nuovo patto.
Il primo messaggio “formale” che Gesù predicò era preso dalla grande profezia in Isaia 61: “«Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha inviato [per guarire quelli che hanno il cuore spezzato,] per annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi,” (Luca 4:18)
Più tardi, l’apostolo Paolo noterà che “prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata.” (Galati 3:23) Questi capi presuntuosi erano così innamorati della loro posizione e del loro prestigio, che si rifiutarono di gioire del fatto che “Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi” (Galati 5:1) e tennero ben chiuse le porte della prigione legalistica, persino contro coloro che rispondevano all buona novella del Regno!
È interessante notare che Gesù codannò entrambi i gruppi (Farisei e Sadducei) per lo stesso problema. Eppure essi erano diversi nella loro posizione. I Farisei potrebbero essere analoghi ai legalisti dei nostri giorni e i Sadducei ai liberali. Ambo i gruppi dichiaravano credo nella “ispirazione” (delle Scritture) ed entrambi erano orgogliosi della loro conoscenza dei testi sacri.
Il loro errore comune era la distorsione della verità di Dio con interpretazioni che offuscavano il messaggio, serrando così – a motivo della loro incredulità – le porte che conducono alla “gloriosa libertà dei figli di Dio” (Romani 8:21).
Che Dio ci tenga lontano da tale confusione.
Tradotto da Shutting the Kingdom.
Origine delle “razze”
By Squadra Editoriale
On 31 Dicembre 2015
In Commentari
Questo è il verso conclusivo del decimo capitolo della Genesi, conosciuto come La tavola delle nazioni. Ci dice che tutte le nazioni del mondo si sono formate dai discendenti di Noè. La base di questa divisione a livello mondiale era la loro dispersione a Babele (Genesi 11:9), «ciascuno secondo la propria lingua, secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni» (Genesi 10:5; vedi anche Genesi 10:20,31). Per evitare che qualcuno pensi che questo elenco di nazioni sia semplicemente folklore, ci basta ricordare che William F. Albright, probabilmente il più grande archeologo del XX secolo, lo ha definito «un documento sorprendentemente accurato». Molti etnologi parlano ancora di lingue e popoli iafetici, camitici e semitici.1
Ma per quanto riguarda l’origine delle “razze”? Cercare nella Bibbia è invano, perché né la parola né il concetto di “razza” compare nella Bibbia! Non esiste alcuna razza, tranne la razza umana! Il colore della pelle e altre caratteristiche presunte razziali sono semplici ricombinazioni di fattori genetici innati, originariamente creati in Adamo ed Eva per permettere lo sviluppo di diverse caratteristiche familiari nella razza umana, alla quale fu comandato di moltiplicarsi e riempire la terra (Genesi 1:28; 9:1).
“Razza” è rigorosamente un concetto evolutivo utilizzato da Darwin, Huxley, Haeckel, e gli altri evoluzionisti del XIX secolo per razionalizzare il loro razzismo. Ma da principio non fu così! «Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso; […] ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra» (Atti 17:24,26).
Liberalmente tradotto e adattato da Origin of the races by Henry M. Morris III.