Come informatico, ho passato la vita a lavorare con il codice. Conosco la differenza tra casualità e logica, rumore e segnale. Il codice ha una struttura. Ha una sintassi. Segue regole e porta con sé un’intenzione. Il codice non si ottiene per caso. Non si ottiene significato senza che ci sia dietro una mente.
Il che mi porta al genoma umano, la cui scoperta avrebbe dovuto dare il colpo di grazia alla teoria dell’evoluzione.
Il DNA non è solo una molecola. È un messaggio , un linguaggio digitale di quattro lettere che codifica la costruzione e il funzionamento della vita con un’efficienza sorprendente. Contiene logica condizionale, correzione degli errori, compressione dei dati ed elaborazione parallela. I biologi parlano di “codice genetico” per una buona ragione: è un sistema formale di rappresentazione simbolica.
Ed è qui che sta il problema.