È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

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Con un anima divisa tra il partenopeo e l'inglese, Vincenzo diventa figlio di Dio per grazia mediante fede in Gesù Cristo (Giovanni 1:12-13; Efesini 2:8-9) proprio in Inghilterra. Sposato con Manuela, insieme hanno tre stupendi doni del Signore, Cristina, Salvo ed Emma.

Vincenzo ha ottenuto una Laurea Magistrale in Scienze Informatiche dall'Università degli studi di Napoli Federico II e lavora a tempo pieno come dirigente nell'industria software.

È attualmente iscritto al corso di Laurea Magistrale in Teologia (Master of Arts) incentrato su Esegesi ed Ermeneutica, e offerto dall'Università di Chester attraverso la King's Evangelical Divinity School.

Sola Fide — Tanti la professano, pochi ci credono davvero

Per secoli, il dibattito sulla salvezza è stato il divario definitivo tra cattolici romani e protestanti. I protestanti hanno storicamente criticato la Chiesa cattolica per aver insegnato ciò che percepiscono come salvezza per opere, contrapponendola al loro grido di battaglia di salvezza per sola grazia, attraverso la sola fede. Questo abisso dottrinale è stato cementato durante la Riforma, con Martin Lutero che ha dichiarato la sola fide come il cuore del Vangelo. Tuttavia, uno sguardo più attento rivela un problema più sottile in gioco. Molti protestanti, in particolare evangelici e credenti riformati, affermano la frase spesso attribuita a Giovanni Calvino:

“Siamo salvati per sola fede, ma la fede che salva non è mai sola.”

Questa qualificazione introduce le opere come prova di salvezza, riecheggiando una visione della salvezza orientata a un processo graduale, che si allinea più alla teologia cattolica romana di quanto spesso riconosciuto. Un esame più attento delle basi della soteriologia sostenute da cattolici romani, calvinisti e arminiani rivela un terreno comune significativo. Tutte e tre le tradizioni affermano che la salvezza è per grazia di Dio e la vedono come un processo piuttosto che un evento una tantum. Inoltre, l’enfasi che calvinisti e arminiani pongono sulla perseveranza e sulle buone opere li allinea più vicino alla teologia cattolica di quanto possano realizzare.

Pertanto, l’analisi qui intrapresa metterà in discussione se tali visioni sostengano realmente il principio della sola fide , contrapponendole alla prospettiva distinta della teologia della Grazia Gratuita, che abbraccia pienamente la salvezza come un atto di fede una tantum e senza condizioni.

Crocifissione

La salvezza e il ladro penitente

Il racconto del ladrone sulla croce in Luca 23 è una finestra straordinaria sulla natura della fede e della salvezza. Quest’uomo senza nome, crocifisso accanto a Gesù, esprime una fede semplice ma profonda. Senza alcun precedente discepolato o formazione dottrinale, chiede a Gesù di “ricordarsi di lui quando verrà nel suo regno”. La risposta di Gesù – “Oggi sarai con me in paradiso” – conferma che la fede del ladrone è sufficiente per la salvezza.

Questo passo sfida alcune interpretazioni sul tipo di fede necessaria per accedere alla vita eterna, che a volte sembra richiedere delle condizioni aggiuntive o una comprensione avanzata di dottrine e altri concetti. Tuttavia, uno sguardo più attento al testo suggerisce che al ladro bastava credere che Gesù fosse “il Cristo” – il Re – per ricevere la promessa del Paradiso.

Fede e battesimo: una riflessione

Era la prima domenica di settembre. Quella mattina, iniziai la giornata imbattendomi in un versetto che avrebbe dato il via a una serie di riflessioni:

Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile». L’eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio»

Atti 8:37

Questo versetto, che racconta la risposta dell’eunuco etiope alla domanda di Filippo prima del suo battesimo, è assente in molti manoscritti antichi. Tuttavia, il suo significato va oltre i dibattiti testuali, come ho ricordato più tardi quel giorno stesso, durante una cerimonia battesimale.

Gesù con peccatori e pubblicani.

Il potere dell’amore incondizionato

Tra alcuni dei nostri fratelli esiste un’idea piuttosto peculiare. Sembrano nutrire il timore che la predicazione della grazia pura e incontaminata possa sviare il gregge, come se fosse il richiamo di una sirena alla dissolutezza. Permettetemi di illustrare la follia di questo pensiero con una semplice analogia.

Solo Cristo

Una domenica in Chiesa Cattolica Romana

Il presente articolo vuole riflettere insieme a voi sulla mia recente esperienza di messa cattolica. Alcune delle mie conclusioni o riflessioni potranno risultare controverse, soprattutto negli ambienti che sembrano avere come unica linfa vitale della propria fede quello di tenere il dito accusatorio ben puntato contro la Chiesa Cattolica Romana; ma le controversie portano almeno il beneficio della discussione, che se fatta civilmente, può solo edificare.

Precisazioni

Per chi è nuovo qui, voglio precisare che non sono cattolico romano e, personalmente, non suggerisco a nessun credente, neonato o “datato” che sia, di far parte di una congregazione di tale denominazione. Sia chiaro anche, però, che la ragione per cui non suggerisco la chiesa romana non è perché credo che sia totalmente priva di credenti, ma perché è una chiesa che, teologicamente e dottrinalmente, ha una lista piuttosto lunga di problemi che a mio avviso ostacolano non poco la gioia cristiana e il percorso verso la maturità, nonché l’accesso alla buona novella stessa.

La vostra fede non vi appartiene?

Alzi la mano chi ha già sentito un calvinista affermare che la nostra fede non ci appartiene. Io di certo sì. Fino alla nausea. La loro argomentazione è di solito questa: il calvinista (che di solito sostiene che la fede salvifica non è un’espressione genuina del peccatore che si rivolge al Salvatore per essere salvato in seguito alla predicazione del vangelo) ci dirà che se rimaniamo dell’idea che la nostra fede è effettivamente nostra, allora la fede diventa un’opera. E poiché la Bibbia insegna che si è salvati per grazia attraverso la fede, indipendentemente dalle opere, la visione non calvinista della fede salvifica è considerata impossibile, perché ciò contraddirebbe l’insegnamento della Bibbia riguardo al ruolo che le buone opere svolgono nella salvezza.

La Legge Mosaica e il Cristiano

Una questione spesso dibattuta è lo status della Legge Mosaica, che Dio diede agli Israeliti sul Sinai, nella vita cristiana. Un passaggio che spesso alimenta questo dibattito viene dal Vangelo di Matteo, dove Gesù dice:

“Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice passerà dalla legge senza che tutto sia adempiuto”.

Matteo 5:17-18

A prima vista, ciò potrebbe sembrare contraddittorio ad altri passaggi del Nuovo Testamento che suggeriscono che la Legge Mosaica sia stata superata.

La domanda è dunque: la Legge Mosaica è stata abolita o meno per il credente in Cristo?

La vita eterna nei vangeli: il potere della fede in Gesù, Messia, Figlio di Dio

Il Vangelo di Giovanni spicca per il suo intento evangelistico, che lo si consideri o meno l’unico libro del Nuovo Testamento con tale finalità. Giovanni annuncia un messaggio che risuona profondo e limpido: la vita eterna offerta gratuitamente da Dio.

Il contenuto della fede salvifica è in Giovanni 20:31, dove la fede in Gesù come Messia (o Cristo) e figlio di Dio viene delineata come il sentiero unico verso la vita eterna.

Però, se ci spostiamo sulle tracce dei vangeli sinottici—Matteo, Marco e Luca—incontriamo obiettivi diversi. Ognuno di questi resoconti è stato redatto pensando a un uditorio specifico e mira a mettere in risalto particolari aspetti della vita, degli insegnamenti e delle opere di Gesù.

Questa varietà di scopi e destinatari pone una domanda cruciale: è possibile per un individuo, immergendosi nella lettura di uno dei vangeli sinottici, scoprire in esso il messaggio indispensabile per raggiungere la vita eterna, come potrebbe farlo nel vangelo di Giovanni?

A nostro avviso, la risposta è . Questo articolo mira a dimostrare come ognuno dei quattro vangeli, nonostante le loro specifiche finalità e uditori, sia intriso dell’essenziale affermazione di Gesù come Messia, Figlio di Dio—quel messaggio che se creduto garantisce la vita eterna.

È tempo di affrontare l’immoralità dei lockdown

Il fallimento dei leader religiosi e spirituali nell’affrontare i costi sociali delle restrizioni è stata una totale parodia

di Fergus Butler-Gallie (per The Telegraph)

All’indomani del Natale arriva la festa di Thomas Becket, il più famoso dei turbolenti sacerdoti, il cui rimprovero morale al re Enrico II ha portato alla sua morte. C’è stato un tempo in cui la Chiesa metteva pressione allo Stato in termini di moralità, per quanto impopolari fossero i suoi interventi con i leader più laici.

La pandemia non è stato un periodo così. Quando le persone sono state chiuse nelle loro case e le attività “non essenziali” sono state chiuse, la Chiesa non ha fornito solide ragioni per essere essenziale, e ha chiuso i battenti. Proprio quando il paese aveva più che mai bisogno di aiuto spirituale, il clero dignitoso si ritirò nelle loro cucine.

Molti lo consideravano un’abrogazione della leadership, ma è stata la normalità per gran parte del secolo scorso. Durante gli sconvolgimenti politici, le guerre e gli attacchi terroristici, i nostri leader religiosi hanno in gran parte agito come attori di supporto ai primi ministri che hanno parlato usando il vocabolario morale che un tempo era appannaggio degli arcivescovi. “La forza che Dio ci ha dato per fare la guerra contro una mostruosa tirannia”, ha detto un primo ministro. “Dove c’è discordia, possiamo portare armonia”, ha esortato un altro. “Una nuova alba è spuntata”, ha celebrato un altro.

All’inizio dell’emergenza Covid, ciò è stato sufficiente. Il Presidente del Consiglio ha parlato in termini di responsabilità morale, del nostro dovere verso gli altri, specialmente i più vulnerabili, e della grande lotta che avevamo davanti a noi.

Tuttavia, non ci è voluto molto perché il linguaggio cambiasse. L’effetto del lockdown è stato presto espresso in termini di “economia” o “scienza”. Nel frattempo, la condizione degli emarginati – che non hanno la migliore rappresentanza politica e che spesso hanno più motivi per fare affidamento sulla chiesa – è stata in larga misura ignorata.

Church

La chiesa online non è chiesa affatto

Un messaggio che ci è arrivato dal Regno Unito, ma che si applica in tutto l’occidente, e di certo anche in Italia.

Da quando il numero di fedeli che frequentano una chiesa è calato drasticamente in tutta la nazione e i culti online sono diventati più convenienti, è essenziale ricordarci perché frequentare una chiesa è così importante per te e la tua famiglia.

Non si può servire seduti su un divano. Non si può avere una comunione di fede, seduti su un divano. Non si può sentire la potenza di una stanza piena di fedeli che insieme adorano il Signore, seduti su un divano.

Noi cristiani non siamo solo ricettivi. Siamo collaboratori. Non stiamo solo a guardare. Agiamo in prima persona. Noi doniamo. Ci sacrifichiamo. Incoraggiamo. Noi preghiamo con l’imposizione delle mani su chi soffre. Noi viviamo insieme.

La chiesa ha bisogno di te. E tu hai bisogno della chiesa.

Non potevamo essere più d’accordo. Il comfort delle nostre case ha esacerbato l’inclinazione tutta occidentale di vedere la chiesa come un servizio da consumare. Questa non è la chiesa. La chiesa è un corpo vivo che ha bisogno di stare insieme. Non è nemmeno lontanamente assimilabile a un programma TV, uno spettacolo teatrale o a un discorso politico.

La chiesa si fa insieme. Se non si è insieme come si può:

  • Rallegrarsi con quelli che sono allegri e piangere con quelli che piangono? (Ro 12:15)
  • Rimproverare o esortare? (2 Ti 4:2)
  • Salutarsi con un bacio santo? (Ro 16:16; 1 Co 16:20; 2 Co 13:12; 1 Te 5:26)

Del resto, Paolo diceva:

perché io desidero grandemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, affinché siate fortificati. E questo è per essere in mezzo a voi consolato insieme mediante la fede che abbiamo in comune, vostra e mia.

Romani 1:11-12 (LND)

Perciò, fratelli:

Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.

Ebrei 10:24-25

Quando credere non è abbastanza

L’unico libro della Bibbia che ha lo scopo preciso e dichiarato di predicare il messaggio della vita eterna è quello di Giovanni. Lui stesso ce lo dice: 

Or Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.

Giovanni 20:30-31

Giovanni ribadisce ripetutamente l’unica condizione per ottenere la vita eterna: credere in Colui che Dio ha mandato (cfr. Gv 6:29). Difatti, il verbo greco pisteou (credere) appare nel Vangelo secondo Giovanni ben 98 volte, quasi un terzo di tutte le occorrenze bibliche.

Nella prima lettera di Giovanni il verbo compare altre 7 volte, e una volta appare anche il sostantivo, in uno dei versi più belli dell’epistola:

Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.

1 Giovanni 5:4

L’enfasi sul fare

Le seguenti frasi, molte delle quali avrete sentito sicuramente, ci danno un esempio di come la chiesa odierna sia concentrata sul fare:

Avrete la vita eterna se…

  • …date la vostra vita a Cristo
  • …avete una relazione con Gesù
  • …(prendete la vostra croce e) seguite Gesù
  • …dedicate la vostra vita a Gesù
  • …fate una scelta per Gesù
  • …diventate discepoli di Gesù
  • …accettate Gesù
  • …ricevete Gesù nel vostro cuore
  • …siete stati investiti in potenza dallo Spirito Santo e parlate in lingue

Cosa hanno in comune?

  • Nessuna assomiglia al messaggio di Giovanni.
  • Nessuna parla di credere, ma di fare o sentire
  • Tutte sottintendono che credere non è sufficiente, implicando— intenzionalmente o meno—una salvezza per opere

Ad esempio, proprio qualche giorno fa ho sentito la frase: «non andrete in cielo seguendo la Legge, ma seguendo una persona: Gesù». Seppur pronunciata con la migliore delle intenzioni, l’enfasi di questa massima è ancora una volta sul fare e non sul credere.

Verità è luce

Gli effetti della verità

“Meglio essere divisi dalla verità che essere uniti nell’errore. È meglio dire la verità che ferisce e poi guarisce, che la menzogna che consola e poi uccide. Lascia che ti dica una cosa, amico, non è amore e non è amicizia se non enunciamo l’intero consiglio di Dio. È meglio essere odiati per aver detto la verità, che essere amati per aver detto una bugia. È impossibile trovare qualcuno nella Bibbia che fosse una potenza per Dio che non aveva nemici e non era odiato. È meglio stare da soli con la verità, che sbagliare con una moltitudine. È meglio riuscire alla fine con la verità che avere successo temporaneamente con una menzogna.”

Adrian Rogers

Solo nella Verità si trova redenzione e vita.

C’è chi, anche in ambiente Cristiano, preferirebbe che la verità non fosse assoluta ed esclusiva. C’è chi accusa di scandalo quelli come noi che credono nell’assolutezza ed esclusività della verità, rabbrividendo al pensiero di coloro che sono convinti di possedere la verità in esclusiva, ammonendo che tale posizione è voler attivamente considerare eretici tutti gli altri.

Ma questa è semplicemente una posizione ribelle.

La verità o la si possiede oppure no. Non è una questione di opinioni, né di convinzioni: la verità è assoluta e indipendente dal mio pensiero e da quello di chiunque altro. Per definizione è esclusiva. Lo scandalo non è la verità, ma è la menzogna, infatti chi è nella menzogna non ama la verità e fa di tutto per sopprimerla, insultarla, distruggerla, censurarla o distorcerla. La menzogna è del diavolo e si avvale degli strumenti del diavolo: così agiscono anche quelli che sono della menzogna. Ma quelli che sono della verità non fanno altro che esporla: non c’è bisogno di altro; essi infatti non insultano, né ammazzano, né censurano, né violentano. Non ce n’è bisogno, perché Essa, la Verità ha valore di per sé; è luce che mette in evidenza ed espone quello che c’è nascosto nel buio (Giovanni 3:19-21). La verità è una persona, Gesù il Cristo, ed Egli un giorno disse di non esser venuto a portare pace, ma la spada (Matteo 10). La Sua spada è la Sua Parola che divide ed è in grado di discernere e far discernere la Verità (e gli intenti del cuore), appunto, dalla Menzogna (Ebrei 4:12).

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