È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Mese: Marzo 2025

Non guardate me, guardate Cristo!

Rivalutare il ruolo della testimonianza personale per l’evangelizzazione e la crescita personale.

Nella cultura evangelica contemporanea, l’uso della testimonianza personale nell’evangelizzazione è diventato così comune che pochi si soffermano a considerare le sue implicazioni teologiche e pratiche. Si dà quasi per scontato che per comunicare efficacemente il Vangelo, si debba raccontare la propria storia, come si era soliti essere, come si è incontrato Cristo e come è cambiato tutto. Ciò accade più spesso durante l’evangelizzazione individuale o durante eventi in chiesa, in cui i non credenti di solito vengono su invito di amici praticanti; meno nell’evangelizzazione di strada.

Tuttavia, questo approccio narrativo fa spesso appello alle emozioni e alla trasformazione soggettiva e, sebbene possa sembrare convincente in superficie, comporta un rischio significativo: può oscurare il Vangelo stesso e indurre sia l’ascoltatore sia chi parla a pensare che la salvezza riguardi principalmente l’esperienza personale piuttosto che la verità oggettiva di Cristo crocifisso e risorto.

Principi biblici per una chiesa unita ed efficace

Tra le minacce più grandi a un ministero fiorente e fruttuoso vi sono la gelosia e l’orgoglio. Questi peccati non colpiscono solo gli individui; indeboliscono la chiesa, causando divisione, conflitti e stagnazione spirituale.

L’orgoglio precede la rovina e lo spirito altero precede la caduta (Pr 16:18)

Un cuore in pace dà vita al corpo, ma l’invidia fa marcire le ossa (Pr 14:30)

Tuttavia, il progetto di Dio per la Chiesa è un progetto di armonia, servizio reciproco e crescita.

In tutta la Scrittura, vediamo come la gelosia e l’orgoglio abbiano causato distruzione nei ministeri e nella leadership. Tuttavia, vediamo anche come l’umiltà, la cooperazione, l’apprendimento umile e l’incoraggiamento reciproco consentano alla chiesa di prosperare.

… Istruisci i saggi e diventeranno ancora più saggi; istruisci i giusti e accresceranno la loro dottrina. (Pr 9:8-9)

In questo articolo esploreremo i principi biblici fondamentali che ci insegnano a evitare orgoglio e gelosia nel ministero e come costruire una chiesa unita e incentrata su Cristo.

Come approcciare l’insegnamento seguendo l’esempio di Gesù

Tra tutti gli insegnanti che abbiano mai camminato su questa terra, Gesù è il più grande di tutti. Il Suo insegnamento era unico—pieno di saggezza, amore e una profonda comprensione del cuore umano. Parlava sia ai Suoi discepoli che allefolle in modo semplice e profondo, trasmettendo verità eterne attraverso parabole ed esempi quotidiani.

Una degli approcci più importanti del Suo insegnamento si concentrava sul proporre gli aspetti positivi di una lezione piuttosto che limitarsi a sottolineare ciò che era sbagliato. Questo era particolarmente vero quando insegnava ai Suoi discepoli. Un esempio lo troviamo in Luca 14:7-11, dove Gesù racconta una parabola sugli invitati a un banchetto di nozze. A prima vista, si potrebbe pensare che la parabola condanni l’orgoglio, ma il punto principale di Gesù è diverso: evidenziare i benefici dell’umiltà.

Piuttosto che limitarsi ad ammonire l’arroganza, Gesù insegna che un atteggiamento umile porta a maggiore onore ed evita imbarazzi inutili. Incoraggia le persone a scegliere l’ultimo posto, confidando nel fatto che saranno innalzate al momento opportuno. La Sua lezione non è solo un invito ad evitare la vergogna, ma ad abbracciare la benedizione che viene con la vera umiltà.

Questo metodo di insegnamento riflette un approccio biblico più ampio—uno che mette in risalto gli aspetti positivi piuttosto che semplicemente condannare quelli negativi. Un chiaro esempio di questo lo troviamo in Filippesi 4:8, dove Paolo incoraggia i credenti a concentrarsi su ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, ammirevole, eccellente e degno di lode. Questo dimostra che le azioni positive nascono da una mente che si concentra su pensieri positivi e puri.

Al contrario, Romani 7:8 offre una prospettiva diversa sulla legge: Paolo spiega che quando la legge proibisce qualcosa, spesso risveglia desideri peccaminosi piuttosto che prevenirli. Questo mostra come un approccio all’insegnamento che si limita a evidenziare gli errori possa, a volte, persino aumentare le difficoltà. Gesù, invece, ispira il cambiamento mettendo in evidenza i benefici di una vita giusta piuttosto che solo i pericoli di una vita sbagliata.

Giacobbe: uomo giusto o imbroglione?

Per secoli, Giacobbe è stato descritto come un imbroglione, un ingannatore che manipolava il suo modo di ricevere le benedizioni di Dio. Molti sermoni e commentari lo descrivono come un opportunista che sfruttò la debolezza di suo fratello Esaù e ingannò suo padre Isacco. Tuttavia, un esame più attento del testo biblico va a minare la solidità di questa rappresentazione. Giacobbe non era un imbroglione intrigante, ma piuttosto un uomo di discernimento spirituale e integrità, scelto da Dio per i Suoi scopi divini. Questo articolo esplorerà perché l’interpretazione comune di Giacobbe come un ingannatore è fuorviante e presenterà una comprensione biblicamente più accurata del suo carattere.

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