È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Mese: Febbraio 2025

Discussione con un universalista

In una recente discussione teologica, mi sono confrontato con un apologeta universalista, per esplorare questioni fondamentali sulla salvezza, la fede e il destino eterno. Lo scambio è di particolare interesse per me, perché non affronto l’universalismo da un punto di vista tradizionalista conosciuto in inglese come Eternal Conscious Torment (ECT, Tormento Conscio Eterno), ma lo faccio da condizionalista .

Comprendere il quadro teologico

Prima di addentrarci nei punti specifici della discussione, è importante comprendere le basi delle due posizioni qui rappresentate:

L’universalismo (o Riconciliazione Universale (RU)) sostiene che alla fine tutti gli uomini saranno salvati e riconciliati con Dio, in questa vita o dopo la morte.

Il condizionalismo sostiene che la vita eterna è condizionata dalla fede in Cristo. Coloro che credono ricevono la vita eterna, mentre coloro che non credono subiranno un giudizio, una punizione e cesseranno di esistere dopo la seconda morte.

Scenda dalla puntata 3, stagione 3 di The Chosen

Credere non è la stessa cosa che comprendere

L’ispirazione per questo articolo è venuta da una frase pronunciata da Gesù nel terzo episodio della terza stagione di The Chosen, intitolato “Physician, heal yourself”. Questo momento fa parte dell’espansione creativa della scena nella sinagoga di Nazareth, dove Gesù legge dal rotolo di Isaia. In questa interpretazione, fanno dire a Gesù quanto segue:

Se non riesci ad accettare di essere spiritualmente povero e prigioniero, nello stesso modo in cui una donna gentile e un lebbroso siriano riconobbero il loro bisogno … se non riconosci di aver bisogno di un anno di favore del Signore, allora non posso salvarti.

Ciò riflette una linea di pensiero molto comune nella cristianità. Una con cui non siamo necessariamente d’accordo. Nella fede cristiana, c’è una distinzione cruciale tra credere a ciò che Dio dice e comprendere la piena portata di ciò che Dio dice e del perché lo dice. Questa differenza è spesso sottile ma profonda, e spesso il cristiano implica che non puoi davvero credere alle promesse di Dio se non le hai pienamente comprese, specialmente quando si tratta della promessa della vita eterna.

Eppure, la Scrittura ci mostra ripetutamente che la fede è radicata nell’affidarsi alla parola di Dio, anche quando la piena comprensione ci sfugge. La fede non richiede sempre una comprensione completa, ma ci chiama ad avere fiducia nell’affidabilità e nella veridicità di Dio, anche quando non comprendiamo appieno la profondità di ciò che sta rivelando.

Esploriamo questo tema attraverso esempi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, dove la fede spesso precedeva la comprensione, e come questa dinamica si manifesta nella vita dei credenti.

Q & A: Dio, la sua bontà e la conquista della terra promessa

Ci è arrivata una domanda:

Nell’antico testamento si parla di guerre per la conquista della terra promessa. Come si concilia un Dio buono con un Dio che guida il suo popolo ad uccidere per la conquista della terra?

La domanda è piuttosto comune. Però, vedi, il quesito presume una contraddizione tra la bontà di Dio e il suo giudizio, ma in realtà la giustizia divina è un’espressione del suo amore. Un Dio che ignora il male non sarebbe buono, ma indifferente. Le guerre in Canaan non erano atti di aggressione immotivata, ma un giudizio su popoli che per secoli avevano praticato idolatria, sacrifici umani e corruzione morale (Genesi 15:16, Deuteronomio 9:4-5). Dio aveva atteso con pazienza, ma alla fine la giustizia ha dovuto intervenire.

Tuttavia, il giudizio di Dio non è cieco né arbitrario. Anche nel contesto della conquista, la misericordia era sempre possibile: i Gabaoniti furono risparmiati perché si arresero (Giosuè 9) e Rahab fu salvata per la sua fede (Ebrei 11:31). Questo mostra che Dio non desidera la distruzione del peccatore, ma la sua redenzione.

Oggi siamo nell’epoca della Grazia, in cui Dio ha esteso la sua misericordia senza condizioni, offrendo la salvezza a chiunque creda in Cristo (2 Corinzi 6:2). Ma questa epoca non durerà per sempre. Gesù tornerà per giudicare il mondo (Atti 17:31), ristabilendo definitivamente la giustizia. Perciò, il vero problema non è che Dio abbia esercitato il giudizio nel passato, ma che molti oggi rifiutano la sua misericordia nel presente.

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