Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga
1 Corinzi 11:26
Paolo sta qui fornendo istruzioni ai Corinzi riguardo la Santa Cena, la comunione. In particolare, ci dice che ogni volta che partecipiamo alla Santa Cena, compiamo un atto duplice: quello di guardare indietro alla morte di Cristo, per ricordarla e proclamarla; e quello di guardare avanti al ritorno di Cristo, che porterà a compimento la redenzione completa di ogni cosa. Come è scritto:
Sappiamo infatti che fino ad ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo
Romani 8:22-23
Questa visione ambivalente della comunione mi ha portato a riflettere: siamo qui riuniti a ricordare e proclamare il sacrificio del Signore e ad attendere trepidanti il suo ritorno, perché gemiamo dentro, a causa del mondo buio in cui viviamo. Ma nel mezzo dei due eventi cosa c’è? Ci siamo noi, la Sua Chiesa. Dopo aver acquisito la vita eterna nel momento in cui crediamo, il Signore ci lascia sulla terra per una ragione. E la ragione principale è certamente quella di portare quello stesso messaggio ad altri che non lo conoscono. Tuttavia, mi è venuto da pensare che non è solo il cosa dobbiamo fare che conta, ma il come lo si fa.
Gran parte del nuovo testamento, soprattutto delle lettere, è un’esortazione a vivere una vita santa, molto più di quanto sia un invito a predicare il vangelo. Certo, ci viene detto di farlo, ma non tanto spesso quanto ci viene ricordato di vivere in maniera santa. Perché?
Tanti sono, secondo me, i motivi, ma di questi uno è certamente il seguente: vivere come vive il mondo e poi pretendere che la nostra predicazione abbia alcun effetto sui non credenti è impresa piuttosto vana.
Per questo Paolo ci dice:
Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.
Romani 12:2
Se ci conformiamo a questo mondo, che effetto potremmo mai avere su di esso?
Trovo, inoltre, interessante che in Romani 12:3—il verso successivo—Paolo prosegua dicendo:
Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno
Romani 12:3
Quindi, in due versi, Paolo ci dice di non essere né pensare come il mondo e di essere umili. Lo trovo interessante, dicevo, perché se torniamo al nostro testo di apertura in Corinzi, e proseguiamo coi versi successivi, leggiamo:
Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; poiché chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore.
1 Corinzi 11:27-29
Che significa questo mangiare e bere indegnamente? Cito:
Paolo si rivolge al modo in cui dovrebbe essere condotto il pasto. La persona che partecipa indegnamente a questo pasto sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore. In altre parole quei credenti che disprezzano i credenti più poveri durante il pasto vengono al pasto in modo indegno. Pertanto ogni membro dovrebbe esaminare (provare o approvare) se stesso prima di mangiare il pane e bere il calice. Chi non esamina se stesso mangia e beve il giudizio su se stesso, non discernendo il corpo del Signore. Il verbo qui tradotto “discernere” significa “distinguere”. Chi partecipa alla Cena del Signore senza un adeguato esame di coscienza non fa distinzione tra la Cena del Signore e un pasto ordinario
Hunt, D. L. (2010). The First Epistle of Paul the Apostle to the Corinthians. In R. N. Wilkin (Ed.), The Grace New Testament Commentary (pp. 748–749). Denton, TX: Grace Evangelical Society.
In parole povere, il problema che Paolo sottolinea nel come i Corinzi conducevano la cena del Signore è un problema che, alla base, aveva la discriminazione all’interno del corpo del Signore, qui inteso appunto come la Chiesa. La comunione non è un pasto normale, ma un pasto dove dovremmo essere tutti uguali, pertanto è bene esaminare sé stessi, per esser trovati degni. E come possiamo assicurarci di essere trovati degni? Se non ci conformiamo a questo mondo e se restiamo umili.
Nella pratica, questo può voler dire tante cose. Per quanto sia bello studiare la Scrittura e capirla in teoria, ciò che la rende speciale è la sua inesauribile applicazione a ogni tempo, cultura ed evento storico.
Ed è agli eventi che stiamo vivendo da 20 mesi a questa parte che voglio applicare tutto ciò. Viviamo in modo santo? In questo frangente di tempo collocato tra il sacrificio e il ritorno del Signore, ci siamo conformati a questo mondo? E all’interno della Chiesa, siamo stati in grado di non cadere nella stessa trappola in cui caddero anche i Corinzi, finendo con l’emarginare o discriminare dei fratelli?
Molti sanno che, personalmente, ho passato dei mesi veramente difficili. E tra ciò che li hanno resi tali, c’è per me il modo deludente in cui una gran fetta della chiesa occidentale ha reagito ai tempi che viviamo. Nelle parole di Andrew Sandlin (ministro e teologo in cui sono incappato per caso)
Nessun altro fenomeno culturale nell’ultimo secolo ha mostrato visibilmente l’impotenza e l’atteggiamento accomodante della chiesa moderna più del suo collasso al cospetto delle misure draconiane dispiegate nel 2020. Sebbene un certo numero di chiese abbia resistito biblicamente, quel numero è imbarazzantemente piccolo.
Andrew Sandlin
Sono conscio che molti sono in disaccordo con questa conclusione; e se vogliamo, tale disaccordo è proprio il nocciolo della questione. Ma abbiate grazia e permettetemi di aprirvi il mio cuore, esaminando i fatti alla luce di varie istruzioni bibliche e in funzione di quanto appena messo in risalto.
Non conformatevi al mondo?
Eppure ho visto l’esatto opposto. La chiesa ha agito e reagito allo stesso modo del mondo, in larga parte.
La Scrittura dice che “Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di forza, di amore e di disciplina” (2 Ti 1:7 LND). Eppure quanti nella Chiesa hanno vissuto nel terrore di essere presi da questa malattia? E se siamo terrorizzati noi della morte—noi che siamo immortali–in che modo, esattamente, il vangelo che predichiamo dovrebbe attirare il non credente?
La Scrittura chiama la chiesa “colonna e sostegno della verità” (1 Ti 3:15), eppure abbiamo in gran parte creduto alle stesse menzogne a cui ha creduto il mondo. E molti ancora ci credono, nonostante molte verità siano ormai venute a galla. In che modo, se non siamo capaci di discernere e rimanere fedeli alla verità, il mondo dovrà credere che il vangelo che predichiamo è veritiero?
La Scrittura chiama Satana il “padre della menzogna” (Gv 8:44), ché quando dice il falso parla di ciò che è naturalmente suo. Eppure non solo si è creduto alle menzogne come ha fatto il mondo, ma ci si è resi partecipi di tali bugie, facendovi spesso eco, e divenendo bugiardi noi stessi. Ancora una volta, ciò non va forse a inficiare sulla nostra efficacia nel mondo?
La Scrittura ci dice che Satana detiene l’uomo in schiavitù tramite la paura della morte:
Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita.
Ebrei 2:14-15
Abbiamo già parlato della paura della morte, ma qui voglio inquadrarla come atto terroristico di Satana. E non abbiamo forse assistito a una campagna di terrore in questi 20 mesi? E non vi abbiamo forse partecipato, perpetrando tale terrore? Crediamo forse che ci si possa rendere complici di un atto terroristico che ha fatto soffrire in tanti e poi essere efficaci nella predicazione verso queste stesse persone? Crediamo forse di poter essere luce nel buio per costoro?
La Scrittura dice che “È meglio rifugiarsi nel Signore, che confidare nell’uomo” (Salmi 118:8). Eppure, non abbiamo forse assistito a un deludente atteggiamento papista che quasi tutti, mondo o Chiesa, hanno avuto nei confronti dei cosiddetti esperti, che come sommi sacerdoti di un nuovo ordine pagano, hanno fatto pendere dalle loro labbra milioni. Milioni che sembrano aver smesso di pensare autonomamente, quando invece a noi credenti ci viene detto di mantenere vivo il pensiero critico:
esaminate ogni cosa e ritenete il bene
1 Tessalonicesi 5:21
Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo
1 Giovanni 4:1
Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo;
Colossesi 2:8
Pensiamo si possa essere credibili come uomini e donne che confidano nel Signore e nei suoi insegnamenti, se ci facciamo così facilmente abbindolare?
La Scrittura ci dice, con chiara connotazione negativa, che quando non c’era re in Israele, “ognuno faceva ciò che sembrava giusto ai propri occhi” (Gdc 21:25 LND). L’uomo di Dio è chiamato ad avere la propria bussola morale correttamente tarata verso il “nord morale” di Dio. Eppure durante questi tempi si è stati testimoni dell’adozione di una moralità falsa, fatti di leggi umane spesso ingiuste proprio a cospetto di quel Dio. Ciò si è fatto, pur di risultare santi agli occhi del mondo secondo i suoi standard, invece che secondo lo standard di Dio. L’approvazione da parte dell’uomo è divenuta più importante dell’approvazione da parte di Dio. Gesù dice: “Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati” (Mt 5:6). Crediamo che coloro che nel mondo hanno sofferto delle ingiustizie di questi tempi volgerebbero il volto favorevolmente verso una chiesta che se ne è resa complice?
La Scrittura ci insegna e mostra l’amore incondizionato di Dio in Cristo: “colui che viene a me, non lo caccerò fuori” dice Gesù (Gv 6:37). Eppure non sono mancati affatto episodi di divisione intorno a mascherine, tamponi, vaccini e quant’altro. Conosco congregazioni dove membri hanno litigato in pieno culto domenicale—e davanti ad ospiti—perché uno dei due aveva il naso fuori dalla mascherina. Conosco chiese—non in Italia—dove già chiedono il “Green Pass” per entrare. Conosco comunità dove credenti sono stati discriminati perché, sebbene legalmente esenti da mascherina, non sono stati ammessi in sala senza. Conosco associazioni e gruppi che hanno forzato tamponi, green pass, e altre restrizioni nell’organizzazione di campi e altri eventi cristiani, difatti escludendo gruppi di fratelli di dimensioni anche considerevoli a volte. E in ogni caso trattando i fratelli e le sorelle—e in generale le persone—come i Nazisti trattavano gli Ebrei: come un ricettacolo ambulante di malattie. Chiaramente questa divisione è di natura satanica e nulla ha a che fare con il tipo divisione di cui parla Gesù o anche Paolo:
Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada
Matteo 10:34
aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontànati!
2 TimoteO 3:5
Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele;
Efesini 5:11
Mentre la divisione satanica mette fratelli gli uni contro gli altri su questioni che spesso nemmeno riguardano direttamente la dottrina o la condotta cristiana, la divisione che porta Cristo o di cui parla Paolo è quella che Dio esercita dall’inizio: la separazione della luce dall’oscurità. E una chiesa divisa dalla menzogne di Satana può essere forse efficace? Nient’affatto, altrimenti perché mai il diavolo si sprecherebbe?
Tutto ciò è stato poi condito con un nascondersi dietro a una pessima esegesi di Romani 13 e altri passaggi simili, confondendo governo civile con governo ecclesiastico, e spesso ignorando—tra le altre cose—gli aggettivi che nel testo biblico (sia di Romani 13 che, per esempio, di 1 Pietro 2) vanno a qualificare il governo a cui ci si dovrebbe sottoporre come cittadini. Mi rendo conto di rischiare di essere cinico, ma spesso questo accanimento ad appigliarsi in maniera errata a Romani 13 è sembrato, ai miei occhi, un atto di pura codardia, di chi non ha la spina dorsale per rimanere fedele—in una situazione di così alta tensione—ai principi morali e alla compassione tipica del Cristiano. Eppure sapete qual è il significato primario della parola tradotta “paura” in 2 Timoteo 1:7 (LND)? Codardia. “Dio non ci ha dato uno spirito di codardia”.
Voi siete il sale della terra
Quanto detto finora credo si possa riassumere con questo verso dal sermone sul monte:
«Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Matteo 5:13
In gran parte, la chiesa, durante questo periodo, sembra essere stata proprio questo: del sale insipido.
Il sale condisce, conserva, purifica e fa venire sete. Come condimento, i discepoli devono rendere Cristo attraente per il mondo. Simile a un conservante, i discepoli devono ritardare la corruzione e il decadimento, facendo da deterrente contro il male. In qualità di agente purificatore, i discepoli devono aiutare le persone a trovare il perdono, guarigione, e una nuova vita in Cristo. Come ciò che stimola la sete, i discepoli devono generare nel mondo un sentimento di sete del Vangelo.
Haller, H. M., Jr. (2010). The Gospel according to Matthew. In R. N. Wilkin (Ed.), The Grace New Testament Commentary (p. 24). Denton, TX: Grace Evangelical Society.
Nel nome di un falso amore
Spesso ho sentito dire che tutto ciò era giustificabile nel nome dell’amore per il prossimo. In fondo, tutto ciò che si voleva fare era evitare che la gente s’ammalasse, giusto? Non è così semplice. Innanzitutto, questo andrebbe fatto nella verità e nella giustizia. Abbracciare la menzogna e l’ingiustizia non è giustificabile. In seconda istanza, si è caduti nella trappola di riservare l’amore a un gruppo di eletti. E tutti quelli che soffrono o muoiono a causa delle misure implementate? E ne sono tanti. Ed è forse un atto d’amore abbandonare la comunione in presenza o rimuovere la propria luce dal quartiere in cui ci si trova? No. Per me questo volantino di The Angel Church in Islington (Londra) cattura il succo di quello che avrebbe dovuto significare per tutti mostrare amore durante questo periodo:
A novembre 2020 “The Angel Church” attrasse l’attenzione dei media per essere rimasta aperta nonostante il governo avesse chiesto a tutte le chiese di chiudere di nuovo. Abbiamo ricevuto un supporto fenomenale dalla nostra comunità locale e non abbiamo avuto alcuna ripercussione [in termini di contagi e malori, ndT] mentre continuavamo a incontrarci regolarmente. Crediamo che la cosa più importante per la nostra nazione sia conoscere l’aiuto e la speranza che solo Dio può dare. Noi serviamo la legge di Dio—una legge più alta—che è sempre giusta al cospetto della legge dell’uomo.Durante quest’anno appena passato abbiamo fornito supporto fisico con oltre 20.000 pasti distribuiti a coloro nel bisogno nella nostra comunità locale. Abbiamo anche continuato a fornire il necessario supporto spirituale alla nostra comunità, con incontri in chiesa, cura pastorale e visite a domicilio. Cantiamo [il governo britannico ha proibito il canto in chiesa, ndT]. Non obblighiamo nessuno a indossare mascherine. E ci rifiutiamo di discriminare tramite tracciamento o passaporti vaccinali. La nostra attenzione è fondamentalmente nell’adorare Dio e prendersi cura delle persone in maniera reale e pregna di significato. Facciamo appello a tutte le chiese a fare la stesso.”Il Signore è per me, io non temerò; che cosa può farmi l’uomo?” (Salmo 118:6)
Degni o indegni?
Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore.
1 Corinzi 11:27
Quando c’accostiamo alla Santa Cena, dunque, siamo degni o indegni? Vi ho qui aperto il mio cuore riguardo la situazione nel suo complesso, ma il giudizio del singolo appartiene al nostro Dio misericordioso. A Lui, infatti, mi voglio rivolgere in preghiera: