GraceNotes – no. 47 del Dr Charlie Bing
“Tu credi che c’è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano.”
Giacomo 2:19
Alcuni cristiani usano questo versetto per sostenere che la fede che salva deve essere provata dalle opere, altrimenti non è genuina. L’argomentazione è la seguente: “Una persona che dice di credere in Gesù Cristo come Salvatore, ma non fa opere buone non è realmente salva. È come i demoni che credono in Dio ma non sono salvi perché non si sono sottomessi a Dio o gli ha obbedito”.
Si tratta di un uso improprio e incauto del versetto.
Alcune semplici osservazioni
È sorprendente che Giacomo 2:19 sia usato così spesso quando poche semplici osservazioni potrebbero far cadere l’argomentazione.
Primo, questo versetto non riguarda la salvezza eterna, perché i demoni non possono essere salvati. Il loro destino e la loro condanna sono segnati (Matteo 8:29; 25:41; Giuda 6). Ecco perché tremano quando pensano a Dio.
Secondo, l’oggetto della fede dei demoni è il fatto che c’è un solo Dio, cioè il monoteismo. Nessuno si salva comunque credendo nel monoteismo, quindi questo versetto non è usato soteriologicamente. Molte delle religioni non cristiane del mondo sono monoteiste.
Terzo, non dice che i demoni credono in Gesù Cristo come loro Salvatore. Gesù Cristo non è morto e risorto dalla morte per salvare i demoni ma gli uomini. Mentre l’opera di Cristo salva gli uomini, distrugge il diavolo (Ebrei 2:14).
Quarto, una rapida rassegna dei commentari mostra la difficoltà di interpretare correttamente questo versetto nel contesto di Giacomo 2:16-20 . La domanda a cui rispondere è: dov’è che finiscono le parole di Giacomo e iniziano quelle dell’obiettore ipotetico? Se, come sostengono alcuni, il versetto 19 è pronunciato da un obiettore nei confronti di Giacomo, vi sembra cauto usarlo per dimostrare un punto teologico così cruciale? Inoltre, se proviene da un passaggio così difficile da interpretare, è giusto usarlo come testo principale per provare o smentire la salvezza di qualcuno? Passi molto più chiari respingono le opere come necessarie per ottenere la salvezza eterna (es. Ro 4:4-5; Ef 2:8-10; Tit 3:4-5).
Il contesto semplice
Il libro di Giacomo è scritto ai cristiani ebrei per incoraggiarli a diventare maturi rispondendo alle prove nella fede (1:2-4). La sezione di 2:14-26 si rivolge anche ai lettori cristiani come “i miei fratelli”. Giacomo sostiene che un cristiano che dichiara solo la sua fede, ma non fa del bene, non è di alcun aiuto a chi è nel bisogno (2:14-16) e la sua fede è quindi “morta” o inutile (2:17, 20)—e non “non genuina”. Una fede senza opere è anche inutile nel salvare un cristiano da un giudizio spietato al tribunale di Cristo, un giudizio per i cristiani in cui questi saranno ritenuti responsabili di come hanno vissuto (Ro 14:10-12 ; 2 Co 5:10). Questo giudizio per i cristiani è menzionato alle due estremità di questa sezione, in 2:13 e 3:1, dimostrando che tale concetto governa il pensiero di Giacomo sulla relazione tra le opere e la fede.
Un semplice fatto sulla fede
Giacomo 2:19 mostra che la fede è fede. Non ci sono diversi tipi di fede, ma diversi oggetti di fede. Non è il tipo di fede o la realtà della fede che viene messa in discussione, è l’oggetto della fede e l’utilità della propria fede. La realtà della fede dei demoni non è messa in discussione, ma credono solo che ci sia un solo Dio. Lo credono veramente, ed è per questo che tremano per la paura del loro giudizio.
Conclusione
Giacomo 2:19 non dovrebbe essere usato per sostenere che sono necessarie opere per dimostrare la fede salvifica. Questo versetto mostra che i demoni hanno una vera fede. Credono in un solo Dio e sanno che Dio ha segnato il loro destino in giudizio, quindi tremano. Ma non credono e non possono credere in Gesù Cristo come loro Salvatore. Sebbene le buone opere siano lo scopo di Dio per noi, siano utili agli altri e ci diano una buona valutazione al Trono del Giudizio di Cristo, non possono provare o confutare la realtà della fede salvifica. La salvezza eterna è solo per grazia mediante la sola fede – a prescindere da qualsiasi opera in qualsiasi momento.