Abbiamo di recente pubblicato un’introduzione generale alla Grazia Gratuita: sistema teologico che esalta le promesse bibliche di Dio riguardo la nostra salvezza, la quale si trova solo nella grazia offerta nel sacrificio di Cristo al credente.

Molto spesso questo sistema teologico è confuso con un altro che ha molte cose in comune con la Grazia Gratuita, ma anche molte importanti differenze. Si tratta della Ipergrazia. Questo breve articolo vuole mettere in risalto tali differenze in modo da preparare il credente a non confondere le due teologie.

Cos’è l’Ipergrazia?

Questa dottrina, molto popolare in alcuni paesi asiatici, come Singapore e Hong Kong, si è rapidamente diffusa in Africa ed America, dove negli ultimi anni ha raccolto molto consenso. Al cuore di questa dottrina c’è la convinzione che non c’è bisogno di confessare i propri peccati, né di pentirsi per vivere una vita cristiana.​[2]​ Riguardo alla soteriologia, l’ipergrazia sostiene il principio dell’«una volta salvato, sempre salvato» e ritiene che tutti i peccati (passati, presenti e futuri), secondo promessa divina, non vengono imputati al credente ma sono già stati perdonati.

L’ipergrazia relega gli esempi del Vecchio Testamento ad una dimensione storica passata, non più attuale per il cristiano del nuovo patto, poiché il nuovo ha sostituito quello antico. Rigettano infatti l’insegnamento che i dieci comandamenti abbiano più alcuna validità per il cristiano moderno.​*​

Insegna inoltre che da credenti non abbiamo alcuna necessità di obbedienza, la quale conduce ad una vita santa, e soprattutto fruttuosa: l’obbedienza è ciò che arricchisce la nostra eredità nel cielo, ma in questa dottrina viene negata perché siamo salvati per grazia soltanto tramite la fede; ogni nostra opera non aggiunge né toglie nulla alla nostra salvezza. Questo è sicuramente vero, eppure è come vedere solo una faccia della medaglia dimenticando che ce n’è un’altra. È negare le Scritture del Nuovo Testamento che parlano di eredità e ricompensa, di avvertimenti e rimproveri.

Un accenno storico

Molto di questa dottrina lo si deve a Marcione, promotore di una delle più antiche eresie antinomiste. Marcione fu il primo a separare il vecchio dal nuovo testamento, dichiarando che YHWH non è il Dio che ci ha mostrato Gesù, ma piuttosto un tiranno e un despota. Il vescovo e teologo antico arrivò a redigere una sua versione delle Scritture omettendo la lettera agli Ebrei, e le lettere pastorali (Timoteo, Tito e Filemone): guarda caso, sono queste parti della Scrittura (insieme a Giacomo) che anche i seguaci dell’ipergrazia tendono ad omettere (alcuni arrivano addirittura a dichiarare che non dovrebbero far parte del canone).

Cosa insegna invece la Grazia Gratuita?

Sebbene la Grazia Gratuita affermi che una volta salvi si è sempre salvi, ritiene che il peccato nella vita del credente abbia peso sul suo cammino. Il peccato non intacca la vita eterna, che è garantita nel momento della nuova nascita dal sacrificio più che sufficiente di Cristo a coprire ogni peccato; ma se non confessato e volontariamente perpetrato, agisce sulla vita terrena del credente. Il peccato porta sempre con sé delle conseguenze: incrina la comunione con Dio (1 Gv 1:7), soffoca la voce dello Spirito Santo (1 Tess. 5:19), oppure nei casi estremi, porta il credente alla morte (1 Gv 5:16-17).​[1]​

Ma se il credente torna a camminare con Dio, confessa i propri peccati, essi gli vengono perdonati e la comunione con Dio si restaura (1 Giovanni 1:9). Senza conseguenza per il peccato, tanti versi biblici di ammonizione e avvertimento non avrebbero alcun senso. Né lo avrebbero i versi che parlano delle ricompense per santa condotta: compariremo un giorno davanti al Signore, al giudizio del trono di Bema, e lì le nostre opere saranno pesate (1 Cor 3:11-15) e ad ognuno verrà retribuito come dovuto (2 Cor 5:9-10).

Il nostro scopo quindi è quello di servire il Signore con cuore grato per il dono della vita eterna e con il fervore di compiacere a Lui nelle nostre opere (2 Cor 5:9). Omettere tali insegnamenti pregiudica la condotta del cristiano, il suo servizio per il Signore e il suo status nello stato eterno delle cose. La Grazia Gratuita riconosce ognuno di questi versi, sia quelli ammonitivi che quelli incoraggianti, e usa la loro totalità nella predicazione, senza impaurire o porre alcun dubbio al credente circa la sua salvezza. Perché nessuno di essi si applica al dono della vita eterna.

Un altro punto di grande discordia con la Grazia Gratuita è che la dottrina dell’Ipergrazia non fa distinzione tra la nostra posizione in Cristo (vita eterna) e la nostra chiamata alla santificazione (1 Tess 4:3): la giustificazione infatti è ciò che ci da accesso al vivere santo. Questo processo non è automatico, come rivelano le Scritture (Efesini 4-6; Romani 12-16; Galati 5-6), ma è frutto di un lavoro volontario di abbandono a Cristo da parte del credente. La Grazia Gratuita esalta anche questa verità delle Scritture.

Conclusione

L’ipergrazia tiene conto della verità sacrosanta del Vangelo, quella della vita eterna che si ottiene per sola grazia attraverso sola fede, ma rinnega le conseguenze che il peccato ha nella vita del credente, e predica sottovalutando (e facendo sottovalutare) la potenza e lo scopo del pentimento e della confessione, a cui siamo chiamati chiaramente dalle Scritture (1 Gv 1:9).

La Grazia Gratuita, invece, mentre esalta le stesse verità del Vangelo, tiene conto però anche del peccato e della lotta del credente contro la propria natura in questa vita per conseguire santificazione e una ricca eredità nella vita promessa. Accetta insomma la rivelazione intera delle Scritture, non solo una parte di essa.

Questa è una differenza sostanziale, importante e fondamentale che distingue l’Ipergrazia dalla Grazia Gratuita.

Teniamolo a mente.


  1. ​*​
    La Grazia Gratuita è d’accordo che il cristiano non è in alcun modo sotto la legge Mosaica, dieci comandamenti inclusi (Ef 2:15), ma è in disaccordo che sia completamente irrilevante.

Bibliografia

  1. [1]
    Chay Fred. 2017. A Defense of Free Grace Theology. With respect to Saving Faith, Perseverance, and Assurance. Grace Theology Press, The Woodlands, TX.
  2. [2]
    R. T. Kendall. 2018. Whatever Happened to the Gospel? Charisma Media, Lake Mary, FL.