Nella sezione precedente abbiamo guardato alla dottrina del Rapimento seguendo il testo biblico e valutando le varie opinioni a riguardo. Il ritrovamento del documento di Pseudo-Efrem ci ha rivelato che la dottrina del Rapimento non è un’idea poi tanto recente, ma appare comunque presente in altri testi risalenti all’epoca vicino alla nascita della Chiesa. Si è inoltre guardato alle obiezioni che la dottrina incontra in ambito classico e di come queste possono essere superate tramite un’esegesi coerente del testo. Avendo stabilito, quindi, che una dottrina del Rapimento non solo ha validità biblica ma anche fondamenta storiche, possiamo ora concentrarci su un altro aspetto cardine della questione: quando avverrà? È possibile stabilire se la Chiesa passerà attraverso la Tribolazione o meno? Se sì, in che fase dei fatidici sette anni?
La posizione Mid-Tribolazionista
In Daniele 9:27 veniamo a sapere che la Grande Tribolazione durerà sette anni; coloro che ascrivono al mid-tribolazionismo credono che il Rapimento avvenga a tre anni e mezzo dell’inizio della Tribolazione. È a partire quindi da questa data, proprio al centro del periodo della Tribolazione, che l’ira di Dio, ossia il Giorno del Signore,*[1] si manifesta. Per i mid-tribolazionisti, sia il Rapimento che la dissacrazione del Tempio fanno parte degli eventi di quest’epoca. In poche parole, alla metà dei sette anni, il Giorno dell’Ira del Signore comincerà in coincidenza o immediatamente dopo il Rapimento e la Dissacrazione del Tempio.
I versi che solitamente vengono usati per giustificare questa dottrina si trovano in 1 Corinzi 15 e Apocalisse 11:
in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati
1 CoRinzi 15:52
Poi il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo si alzarono voci potenti, che dicevano: Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli
Apocalisse 11:15
Questi due versi hanno in comune questo: entrambi menzionano lo squillo di un “ultima” tromba.
I sostenitori della tesi mid-tribolazionista, per associazione, presuppongono siano la stessa. Eppure i critici di questa posizione dottrinale asseriscono che non vi è alcuna similitudine tra le due trombe, poiché l’una annuncia un evento gioioso (il Rapimento, appunto, e la resurrezione dei santi in Cristo) e l’altra invece rappresenta il culmine dell’ira di Dio, una punizione.
Un’altra ipotesi che contrasta il giudizio mid-tribolazionista è quella formulata da Arnold Fruchtenbaum, il quale argomenta che le trombe non possono essere la stessa, poiché all’epoca della lettera ai Corinzi l’Apocalisse di Giovanni non era ancora stata scritta.[2] Siccome la settima tromba descritta in Apocalisse è l’ultima di una serie di trombe specifiche, il cui uso simbolico non ha alcun precedente nell’Antico Testamento, per cercare di comprendere questo messaggio nella stessa maniera in cui i Corinzi (ignoranti dell’Apocalisse) lo comprendevano, bisogna guardare più accuratamente alle trombe menzionate nell’Antico Testamento. Secondo Fruchtenbaum, quell’ultima tromba viene dalla cerimonia della Feste delle Trombe (Rosh Hashanah), la quale è caratterizzata da una serie di 99 squilli di tromba (di durata e toni diversi) che culminano con un ultimo lungo squillo chiamato tekiah gedolah, che significa “l’ultimo grande squillo di tromba”.[2] Secondo il noto teologo messianico, il Rapimento rappresenta l’adempimento della Festa delle Trombe.[3]
Ma esiste in realtà un’ulteriore metro di giudizio, un fuoco attraverso il quale questa posizione (e tutte le altre) deve passare per affermarsi solida. Leggiamo:
Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo, di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente.Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio [come Dio], mostrando se stesso e proclamandosi Dio. Non vi ricordate che quando ero ancora con voi vi dicevo queste cose?
2 Tessalonicesi 2:1-5
Seppure senza l’Apocalisse di Giovanni, i Tessalonicesi erano stati istruiti di persona da Paolo (v. 5) circa non solo gli avvenimenti della fine dei tempi, ma anche il loro ordine cronologico, che è il seguente:
- prima deve avvenire l’apostasia;
- poi, o contemporaneamente all’apostasia, il figlio di perdizione deve essere rivelato;
- poi questo uomo del peccato esalta sé stesso proclamandosi Dio (“l’abominazione della desolazione”, Mt 24:15)
- dopo di questo, arriverà il Giorno del Signore.
È chiaro che qualcuno aveva inviato ai Tessalonicesi una notizia che li aveva turbati a tal punto da metterli in allerta e spingerli a ricorrere a Paolo per avere delucidazioni. Questa notizia era che il giorno del Signore era già presente (v. 2). Ora se, come dichiara la posizione mid-tribolazionista, il giorno del Signore e il Rapimento si verificano a metà dei sette anni della Tribolazione, allora i Tessalonicesi dovevano esser stati poco attenti ai segnali del tempo. Infatti per credere ad una tale notizia (v. 2) avrebbero dovuto non accorgersi:
- dell’inizio delle doglie e delle calamità della prima parte dei sette anni (Mt 24:5-8);
- della dissacrazione del Tempio e dell’esaltazione dell’Anticristo;
- del Rapimento della chiesa.
Se quindi davvero Paolo avesse insegnato una tale posizione dottrinale (quella mid-tribolazionista), i Tessalonicesi ben attenti non avrebbero avuto alcuna difficoltà a rigettare la notizia che il Giorno del Signore era già arrivato, per via di tutti quegli eventi annunciati che avevano precedenza cronologica e profetica su quel giorno.[1] Eppure avevano dato credito a quella notizia.
Ci riserviamo allora, alla luce di queste considerazioni, di scartare l’opzione mid-tribolazionista.
Nel prossimo studio, analizzeremo la posizione pre-ira.
- *Il discusso “Giorno del Signore” è un termine che appare nel NT in Atti 2:20 (che cita Gioele 2:31), in 1 Tessalonicesi 5:2 e in 2 Tessalonicesi 2:2. Nel VT tale giorno si riferisce a uno speciale intervento di Dio nella storia umana, generalmente connesso a giudizio divino. Il Giorno del Signore escatologico non è ancora avvenuto. In relazione ad esso è il termine “ira” che appare in 1 Tessalonicesi 1:10; 5:9; Apocalisse 6:16-17; 11:18; 16:19. Questi passaggi si riferiscono al giudizio divino, dal quale la Chiesa è esente, secondo promessa. Questo vuol dire che il rapimento deve avvenire prima dell’inizio del Giorno del Signore.
Bibliografia
- [1]Dean David A. 2011. Does 2 Thessalonians 2:1-3 Exclude The Pretribulational Rapture? Bibliotheca Sacra 168, 670 (2011), 196–216. Retrieved from https://www.galaxie.com/article/bsac168-670-05
- [2]Arnold Fruchtenbaum. Il Rapimento della Chiesa. Ariel Ministries. Retrieved October 16, 2019 from https://www.ariel.org/pdfs/languages/mbs039-it.pdf
- [3]Arnold Fruchtenbaum. The Festa of Rosh Hashanah (Trumpets). Ariel Ministries. Retrieved November 2019 from https://www.ariel.org/messianic-bible-studies/The-feast-of-rosh-hashanah-trumpets-pdf
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