Il dizionario della lingua italiana Sabatini-Colletti definisce il termine indottrinamento nel modo seguente:
indottrinamento [in-dot-tri-na-mén-to] s.m.
Educazione ideologica condotta in modo metodico, così da determinare una persuasione profonda e un’adesione acritica.
Il termine è usato, con ovvia connotazione negativa, per indicare un’opera di convincimento forzato senza la messa in discussione da parte di chi viene indottrinato.
In Italia soprattutto, ma di certo anche nel resto del mondo, il termine è spesso usato in congiunzione con l’argomento religione, (soprattutto col Cristianesimo) da quegli atei che sono ossessionati con Dio (ironia) e vivono col timore (immaginario) di essere perseguitati da un clero (perché l’ateo medio ha familiarità solo con forme ritualistiche del Cristianesimo, come il Cattolicesimo in Italia, che tanto si discostano dalla Cristianità biblica) che vuole indottrinarli con la propria religione.
In opposizione all’indottrinamento è spesso posto il pensiero critico. Il pensiero critico non ha un’unica definizione, ma cercherò di fornirne una soddisfacente:
[Il pensiero critico è] analisi e valutazione oggettiva di una questione al fine di formare un giudizio.1 […È] un tipo di pensiero caratterizzato dai processi mentali di discernimento, analisi, e valutazione. Comprende processi di riflessione su aree tangibili ed intangibili con l’intento di formare un giudizio solido […] Il pensiero critico si fonda sul tentativo di andare al di là della parzialità del singolo soggetto […]2
Andiamo ad analizzare vari aspetti della questione, nello specifico:
- il pensiero critico nel Cristianesimo;
- l’impossibilità assoluta di indottrinare il Cristianesimo.