Lo ricordo come se fosse ieri il primo attacco che il nemico sferrò alla mia neonata fede: Cristiano da pochissimi giorni, ancora con la paura di non essere realmente salvo, ma convinto nel mio cuore di chi fosse Gesù e cosa avesse fatto per l’umanità (e quindi per me, personalmente);1 ero su Facebook e condivido uno dei miei versi preferiti:
Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. (Giovanni 1:1)
Una persona con la quale avevo condiviso l’ultima fase politica della mia vita,2 e che aveva sempre professato credo in Dio e nella Bibbia come rivelazione scritta di Dio, rispose dicendomi che questo verso era tradotto male, che Gesù non era Dio e che la Trinità era un’invenzione del Concilio di Nicea. La traduzione giusta secondo lui sarebbe stata la seguente:
In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio.
Questa è la traduzione usata dai Testimoni di Geova. Ancora oggi non so per certo se quest’uomo fosse stato un Testimone di Geova in passato o se lo fosse ancora, siccome la Torre di Guardia ammette le bugie come mezzo di evangelizzazione per inganno. Lui negava di esserlo, ma (oggi lo so) la sua visione del Cristo, del Regno di Dio e della fine dei tempi sono in linea con quella dei Testimoni di Geova.
Sono molte le cose che adesso conosco su questo culto eretico, come conosco i versi biblici sulle quali si fonda la dottrina della Trinità e come so che il Concilio di Nicea non ha fatto altro che formalizzare ciò che era stato sempre creduto dalla chiesa primitiva.3 Il motivo che rese tale concilio necessario fu che già all’epoca, come oggi, esistevano eretici che volevano sviare le persone dalla verità. E una di queste eresie era appunto l’Arianesimo, la cui visione del Cristo è quella professata e proclamata dai Testimoni di Geova.
Oggi chiunque venga da me con le stesse tesi mi da semplicemente l’opportunità di argomentare e condividere la verità e le ragioni del perché l’Arianesimo non sta in piedi. All’epoca, però, per me nato di nuovo solo da pochi giorni, la cosa creò qualche ora di destabilizzazione. Chiesi a Dio nel mio cuore di aiutarmi e di lì a poco incappai sulle prime parole di quella che era, come avrei scoperto più tardi, apologetica. Fu la prima difesa ragionata e teologicamente ricca che lessi. Di lì rimase la convinzione che dovevo studiare la Parola e stare con Dio per imparare a difendere la verità in cui credevo. Più tardi avrei scoperto che la Bibbia dice:
anzi santificate il Signore Dio nei vostri cuori e siate sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domandi spiegazione della speranza che è in voi con mansuetudine e timore, (1 Pietro 3:15 LND)
Il verso fondante dell’apologetica; disciplina che prende il nome da apologia, parola greca che significa «difesa ragionata», tradotta «rispondere a vostra difesa» nel verso qui sopra.
La prima difesa
Pertanto, con quest’articolo voglio iniziare una serie atta a proclamare e investigare tutte le parti nella Scrittura che dimostrano chiaramente la deità di Gesù Cristo.
Iniziamo quindi dall’accusa tipica dei Testimoni di Geova, che il nemico mi sferrò subito contro. Come vedete, la seconda versione di Giovanni 1:1 che ho riportato sopra sostituisce «era Dio» con «era un dio», rendendo Gesù una sorta di dio minore, creato dal Dio maggiore, Geova,4 e quindi non co-eterno col Padre.
La tesi dei Testimoni di Geova di solito gira tutta intorno a questioni grammaticali riguardo l’originale passaggio greco; secondo questo ragionamento, appunto, la loro traduzione è la più corretta e la traduzione Cristiana Ortodossa è ingannevole e manipolata. In realtà, questo ragionamento grammaticale è stato confutato ampiamente, poiché lo stesso costrutto grammaticale (la mancanza di articolo determinativo) che troviamo in Giovanni 1:1 è usato anche in Giovanni 1:17 per indicare Dio Padre e in quel contesto i Testimoni di Geova traducono «Dio» e non «un dio». Ma lasciamo da parte la grammatica greca, poiché né voi, né io, né il Testimone di Geova medio ne è un esperto.
È molto più semplice usare il mio approccio preferito: reductio ad absurdum (ovvero, dimostrazione per assurdo). Infatti, la Parola di Dio, in quanto tale, non può contenere contraddizioni né assurdità, poiché entrambe le cose presuppongono le leggi della logica, che si fondano in Dio5 e non possono esistere altrimenti.
Le premesse dei Testimoni di Geova sono che:
- Giovanni 1:1 dice che la Parola era «un dio»;
- Questo «dio» è un essere creato e non eterno (ed è, secondo loro, l’arcangelo Michele).
Senza aver bisogno di usare una Bibbia non tradotta ereticamente, posso prendere Giovanni 1:3 così come lo si legge nella loro traduzione
Tutte le cose son venute all’esistenza per mezzo di lui, e senza di lui neppure una cosa è venuta all’esistenza.6
Questo testo afferma inequivocabilmente che tutte le cose create sono state create da Gesù (la Parola) e neppure una cosa creata è stata creata se non da Lui.
Pertanto, in base a Giovanni 1:3, se le premesse dei Testimoni di Geova fossero vere, resterebbe una sola conclusione da raggiungere: che Gesù ha creato sé stesso. Il che è banalmente assurdo e quindi dimostra che le premesse dei Testimoni di Geova sono false.
L’unico modo affinché Gesù sia il Creatore di tutte le cose è che Egli stesso esista e sussista prima di tutte le cose create. Ovvero, è necessario che sia eterno e non creato. Attributi unicamente ascritti a Dio in tutta la Bibbia. E anche a Gesù; del resto
Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. (Ebrei 13:8) 7
Pas
La visione di Gesù come Creatore di ogni cosa è perfettamente in accordo con ciò che leggiamo in Colossesi 1:17
Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.
La Torre di Guardia vorrebbe farci credere che in questo passaggio (e quello precedente) «tutte le cose» andrebbe reso come «tutte le altre cose». Questo per supportare la loro idea che Gesù sia una creatura piuttosto che Dio Creatore; l’unica creazione di Geova, mentre tutto il resto del creato sarebbe stato fatto per mano di Gesù.
Purtroppo quest’eresia non trova alcun fondamento nel testo greco originale. La parola tradotta «tutte le cose» (nelle Bibbie normali) ha la sua radice nel greco “pas”, che non lascia spazio per una traduzione che legga «tutte le altre cose». La parola è semplicemente onnicomprensiva.
Non perdetevi in chiacchiere
I Testimoni di Geova vengono addestrati al dibattito e alla retorica. Se vi trovate in questa discussione con loro, non fatevi trascinare nelle tante diatribe riguardo altri versi. Non che non siano risolvibili, ma semplicemente loro le tentano tutte per instillare dubbi e portare acqua al loro mulino. Riportate la discussione sempre su Giovanni 1:3, che anche secondo la loro traduzione contraddice le loro presupposizioni eretiche.
- E tra quella paura e quella convinzione stava il paradosso, se riuscite a vederlo; lascio a voi ;) ↩
- Non fate domande, era un’altra vita… :) ↩
- Per esempio, a pochi decenni dal completamento dell’ultimo libro della Bibbia, e ben 215 anni prima del Concilio di Nicea, Ignazio di Antiochia scriveva: «Il nostro Dio, Gesù Cristo, è stato portato nel seno di Maria, secondo l’economia di Dio, del seme di David e dello Spirito Santo.» (Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini, 110 d.C.); e questo è solo uno dei tanti esempi. ↩
- Derivato da Jehovah, che, sebbene molto comune anche nel mondo Cristiano anglofono, è la vocalizzazione meno corretta del tetragramma ebraico YHWH. La vocalizzazione originale è sconosciuta, perché gli Ebrei smisero di pronunciare il nome di Dio per eccesso di zelo nei confronti del comandamento «Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.» (Esodo 20:7). Ma gli studiosi sono d’accordo che la vocalizzazione più corretta sia Yahweh, o, in italiano, Iavè. Le traduzioni non eretiche della Bibbia seguono per la maggior parte la tradizione ebraica di leggere YHWH come Signore (Adonai, in ebraico). Oggigiorno, per distinguere quando “Signore” si riferisce a YHWH e quando invece di riferisce effettivamente ad adonai, si usano espedienti tipografici: quando si rende YHWH, viene stampato «SIGNORE», mentre quando si rende adonai viene stampato «Signore». Ci sono poi traduzioni come la Diodati e molte sue varianti (come La Nuova Diodati) dove si segue la tradizione secondo la quale Yahweh significa “Colui che è eterno”, “Colui che esiste e sussiste autosufficientemente”. Pertanto in queste traduzioni YHWH è reso come «Eterno». ↩
- Le tre leggi logiche di base sono: Identità (solo A è uguale A): «Io sono il Signore, e non ce n’è alcun altro; fuori di me non c’è altro Dio!» (Isaia 45:5), «IO SONO COLUI CHE SONO» (Esodo 3:14); Non contraddizione (A e non-A non sono entrambe vere): «Egli non può negare sé stesso» (2 Timoteo 2:13); Terzo escluso (A oppure non-A): “Chi non è con me è contro di me” (Matteo 12:30). ↩
- Alla fine del verso 3, e giusto prima che inizi il tradizionale verso 4, la loro Traduzione del Nuovo Mondo aggiunge Ciò che è venuto all’esistenza così che insieme col verso 4 il tutto legga Ciò che è venuto all’esistenza per mezzo di lui era vita, e la vita era la luce degli uomini.. Innanzitutto il testo greco originale non permette questa resa; ma come vedremo il loro disperato tentativo non invalida la nostra refutazione. ↩
- Che è reso esattamente allo stesso modo anche nella loro traduzione, dimostrando ancora una volta che non riusciranno mai a rendere la Bibbia coerente una volta che si introducono delle eresie. ↩