Dio è giusto (Salmo 25:8) e pertanto darà a ognuno come essi desiderano. Sia a coloro che desiderano essere con Lui, in sua presenza, sia a coloro che desiderano essere da soli e non avere niente a che fare con Lui. I primi saranno per sempre col Signore (1 Tessalonicesi 4:17), i secondi saranno per sempre separati dalla presenza della sua maestà (2 Tessalonicesi 1:9). I primi sono coloro che si sono umiliati e hanno scelto di imboccare l’unica via che porta a Dio (Giovanni 14:6), i secondi sono lo stolto di Salmo 14:1 o quelli troppo concentrati su sé stessi anziché Dio, illusi di potersi guadagnare il favore di Dio tramite le proprie opere (Giobbe 25:4; Galati 2:16; Tito 3:5). Alla fine, «Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere» (Romani 2:6). E «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» (Giovanni 6:28). «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato» (Giovanni 6:29).
Mese: Giugno 2014
L’altro giorno in TV sentii uno stralcio del discorso di Papa Francesco. Il poco che sentii mi fece incuriosire. Poi su un sito che frequento, ci capito di nuovo e leggo di più. Con poca sorpresa da parte mia, che però nulla toglie alla gravità della cosa, apprendo che il papa aveva predicato un messaggio contrario al Vangelo di Gesù Cristo. Riprendo la trascrizione da questo sito.
L’uomo biblico non è qualcuno che zelantemente si tuffa in missioni o crociate per cambiamenti sociali. Ci sono dei cerchi concentrici di importanza, ci sono delle responsabilità davanti a Dio, e noi dobbiamo lavorare dall’interno verso l’esterno.
Come avanzare il regno e soggiogare la terra? C’è un ordine, che va più o meno così: primo, sé stessi;1 poi la moglie; poi i figli; poi la chiesa locale; poi le missioni. Se mescoliamo l’ordine di queste cose oppure ci impegniamo sulle ultime cose prima che sulle prime, abbiamo reso invalidi i nostri ministeri e magari persino dimostrato di essere degli ipocriti.
— Paul Washer 2