È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede

Autore: Vincenzo Page 1 of 3

Con un anima divisa tra il partenopeo e l'inglese, Vincenzo diventa figlio di Dio per grazia mediante fede in Gesù Cristo (Giovanni 1:12-13; Efesini 2:8-9) proprio in Inghilterra. Sposato con Manuela, insieme hanno tre stupendi doni del Signore, Cristina, Salvo ed Emma.

Vincenzo ha ottenuto una Laurea Magistrale in Scienze Informatiche dall'Università degli studi di Napoli Federico II e lavora a tempo pieno come dirigente nell'industria software.

È attualmente iscritto al corso di Laurea Magistrale in Teologia (Master of Arts) incentrato su Esegesi ed Ermeneutica, e offerto dall'Università di Chester attraverso la King's Evangelical Divinity School.

La vostra fede non vi appartiene?

Alzi la mano chi ha già sentito un calvinista affermare che la nostra fede non ci appartiene. Io di certo sì. Fino alla nausea. La loro argomentazione è di solito questa: il calvinista (che di solito sostiene che la fede salvifica non è un’espressione genuina del peccatore che si rivolge al Salvatore per essere salvato in seguito alla predicazione del vangelo) ci dirà che se rimaniamo dell’idea che la nostra fede è effettivamente nostra, allora la fede diventa un’opera. E poiché la Bibbia insegna che si è salvati per grazia attraverso la fede, indipendentemente dalle opere, la visione non calvinista della fede salvifica è considerata impossibile, perché ciò contraddirebbe l’insegnamento della Bibbia riguardo al ruolo che le buone opere svolgono nella salvezza.

La Legge Mosaica e il Cristiano

Una questione spesso dibattuta è lo status della Legge Mosaica, che Dio diede agli Israeliti sul Sinai, nella vita cristiana. Un passaggio che spesso alimenta questo dibattito viene dal Vangelo di Matteo, dove Gesù dice:

“Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice passerà dalla legge senza che tutto sia adempiuto”.

Matteo 5:17-18

A prima vista, ciò potrebbe sembrare contraddittorio ad altri passaggi del Nuovo Testamento che suggeriscono che la Legge Mosaica sia stata superata.

La domanda è dunque: la Legge Mosaica è stata abolita o meno per il credente in Cristo?

La vita eterna nei vangeli: il potere della fede in Gesù, Messia, Figlio di Dio

Il Vangelo di Giovanni spicca per il suo intento evangelistico, che lo si consideri o meno l’unico libro del Nuovo Testamento con tale finalità. Giovanni annuncia un messaggio che risuona profondo e limpido: la vita eterna offerta gratuitamente da Dio.

Il contenuto della fede salvifica è in Giovanni 20:31, dove la fede in Gesù come Messia (o Cristo) e figlio di Dio viene delineata come il sentiero unico verso la vita eterna.

Però, se ci spostiamo sulle tracce dei vangeli sinottici—Matteo, Marco e Luca—incontriamo obiettivi diversi. Ognuno di questi resoconti è stato redatto pensando a un uditorio specifico e mira a mettere in risalto particolari aspetti della vita, degli insegnamenti e delle opere di Gesù.

Questa varietà di scopi e destinatari pone una domanda cruciale: è possibile per un individuo, immergendosi nella lettura di uno dei vangeli sinottici, scoprire in esso il messaggio indispensabile per raggiungere la vita eterna, come potrebbe farlo nel vangelo di Giovanni?

A nostro avviso, la risposta è . Questo articolo mira a dimostrare come ognuno dei quattro vangeli, nonostante le loro specifiche finalità e uditori, sia intriso dell’essenziale affermazione di Gesù come Messia, Figlio di Dio—quel messaggio che se creduto garantisce la vita eterna.

È tempo di affrontare l’immoralità dei lockdown

Il fallimento dei leader religiosi e spirituali nell’affrontare i costi sociali delle restrizioni è stata una totale parodia

di Fergus Butler-Gallie (per The Telegraph)

All’indomani del Natale arriva la festa di Thomas Becket, il più famoso dei turbolenti sacerdoti, il cui rimprovero morale al re Enrico II ha portato alla sua morte. C’è stato un tempo in cui la Chiesa metteva pressione allo Stato in termini di moralità, per quanto impopolari fossero i suoi interventi con i leader più laici.

La pandemia non è stato un periodo così. Quando le persone sono state chiuse nelle loro case e le attività “non essenziali” sono state chiuse, la Chiesa non ha fornito solide ragioni per essere essenziale, e ha chiuso i battenti. Proprio quando il paese aveva più che mai bisogno di aiuto spirituale, il clero dignitoso si ritirò nelle loro cucine.

Molti lo consideravano un’abrogazione della leadership, ma è stata la normalità per gran parte del secolo scorso. Durante gli sconvolgimenti politici, le guerre e gli attacchi terroristici, i nostri leader religiosi hanno in gran parte agito come attori di supporto ai primi ministri che hanno parlato usando il vocabolario morale che un tempo era appannaggio degli arcivescovi. “La forza che Dio ci ha dato per fare la guerra contro una mostruosa tirannia”, ha detto un primo ministro. “Dove c’è discordia, possiamo portare armonia”, ha esortato un altro. “Una nuova alba è spuntata”, ha celebrato un altro.

All’inizio dell’emergenza Covid, ciò è stato sufficiente. Il Presidente del Consiglio ha parlato in termini di responsabilità morale, del nostro dovere verso gli altri, specialmente i più vulnerabili, e della grande lotta che avevamo davanti a noi.

Tuttavia, non ci è voluto molto perché il linguaggio cambiasse. L’effetto del lockdown è stato presto espresso in termini di “economia” o “scienza”. Nel frattempo, la condizione degli emarginati – che non hanno la migliore rappresentanza politica e che spesso hanno più motivi per fare affidamento sulla chiesa – è stata in larga misura ignorata.

Church

La chiesa online non è chiesa affatto

Un messaggio che ci è arrivato dal Regno Unito, ma che si applica in tutto l’occidente, e di certo anche in Italia.

Da quando il numero di fedeli che frequentano una chiesa è calato drasticamente in tutta la nazione e i culti online sono diventati più convenienti, è essenziale ricordarci perché frequentare una chiesa è così importante per te e la tua famiglia.

Non si può servire seduti su un divano. Non si può avere una comunione di fede, seduti su un divano. Non si può sentire la potenza di una stanza piena di fedeli che insieme adorano il Signore, seduti su un divano.

Noi cristiani non siamo solo ricettivi. Siamo collaboratori. Non stiamo solo a guardare. Agiamo in prima persona. Noi doniamo. Ci sacrifichiamo. Incoraggiamo. Noi preghiamo con l’imposizione delle mani su chi soffre. Noi viviamo insieme.

La chiesa ha bisogno di te. E tu hai bisogno della chiesa.

Non potevamo essere più d’accordo. Il comfort delle nostre case ha esacerbato l’inclinazione tutta occidentale di vedere la chiesa come un servizio da consumare. Questa non è la chiesa. La chiesa è un corpo vivo che ha bisogno di stare insieme. Non è nemmeno lontanamente assimilabile a un programma TV, uno spettacolo teatrale o a un discorso politico.

La chiesa si fa insieme. Se non si è insieme come si può:

  • Rallegrarsi con quelli che sono allegri e piangere con quelli che piangono? (Ro 12:15)
  • Rimproverare o esortare? (2 Ti 4:2)
  • Salutarsi con un bacio santo? (Ro 16:16; 1 Co 16:20; 2 Co 13:12; 1 Te 5:26)

Del resto, Paolo diceva:

perché io desidero grandemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, affinché siate fortificati. E questo è per essere in mezzo a voi consolato insieme mediante la fede che abbiamo in comune, vostra e mia.

Romani 1:11-12 (LND)

Perciò, fratelli:

Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.

Ebrei 10:24-25

Quando credere non è abbastanza

L’unico libro della Bibbia che ha lo scopo preciso e dichiarato di predicare il messaggio della vita eterna è quello di Giovanni. Lui stesso ce lo dice: 

Or Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.

Giovanni 20:30-31

Giovanni ribadisce ripetutamente l’unica condizione per ottenere la vita eterna: credere in Colui che Dio ha mandato (cfr. Gv 6:29). Difatti, il verbo greco pisteou (credere) appare nel Vangelo secondo Giovanni ben 98 volte, quasi un terzo di tutte le occorrenze bibliche.

Nella prima lettera di Giovanni il verbo compare altre 7 volte, e una volta appare anche il sostantivo, in uno dei versi più belli dell’epistola:

Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.

1 Giovanni 5:4

L’enfasi sul fare

Le seguenti frasi, molte delle quali avrete sentito sicuramente, ci danno un esempio di come la chiesa odierna sia concentrata sul fare:

Avrete la vita eterna se…

  • …date la vostra vita a Cristo
  • …avete una relazione con Gesù
  • …(prendete la vostra croce e) seguite Gesù
  • …dedicate la vostra vita a Gesù
  • …fate una scelta per Gesù
  • …diventate discepoli di Gesù
  • …accettate Gesù
  • …ricevete Gesù nel vostro cuore
  • …siete stati investiti in potenza dallo Spirito Santo e parlate in lingue

Cosa hanno in comune?

  • Nessuna assomiglia al messaggio di Giovanni.
  • Nessuna parla di credere, ma di fare o sentire
  • Tutte sottintendono che credere non è sufficiente, implicando— intenzionalmente o meno—una salvezza per opere

Ad esempio, proprio qualche giorno fa ho sentito la frase: «non andrete in cielo seguendo la Legge, ma seguendo una persona: Gesù». Seppur pronunciata con la migliore delle intenzioni, l’enfasi di questa massima è ancora una volta sul fare e non sul credere.

Verità è luce

Gli effetti della verità

“Meglio essere divisi dalla verità che essere uniti nell’errore. È meglio dire la verità che ferisce e poi guarisce, che la menzogna che consola e poi uccide. Lascia che ti dica una cosa, amico, non è amore e non è amicizia se non enunciamo l’intero consiglio di Dio. È meglio essere odiati per aver detto la verità, che essere amati per aver detto una bugia. È impossibile trovare qualcuno nella Bibbia che fosse una potenza per Dio che non aveva nemici e non era odiato. È meglio stare da soli con la verità, che sbagliare con una moltitudine. È meglio riuscire alla fine con la verità che avere successo temporaneamente con una menzogna.”

Adrian Rogers

Solo nella Verità si trova redenzione e vita.

C’è chi, anche in ambiente Cristiano, preferirebbe che la verità non fosse assoluta ed esclusiva. C’è chi accusa di scandalo quelli come noi che credono nell’assolutezza ed esclusività della verità, rabbrividendo al pensiero di coloro che sono convinti di possedere la verità in esclusiva, ammonendo che tale posizione è voler attivamente considerare eretici tutti gli altri.

Ma questa è semplicemente una posizione ribelle.

La verità o la si possiede oppure no. Non è una questione di opinioni, né di convinzioni: la verità è assoluta e indipendente dal mio pensiero e da quello di chiunque altro. Per definizione è esclusiva. Lo scandalo non è la verità, ma è la menzogna, infatti chi è nella menzogna non ama la verità e fa di tutto per sopprimerla, insultarla, distruggerla, censurarla o distorcerla. La menzogna è del diavolo e si avvale degli strumenti del diavolo: così agiscono anche quelli che sono della menzogna. Ma quelli che sono della verità non fanno altro che esporla: non c’è bisogno di altro; essi infatti non insultano, né ammazzano, né censurano, né violentano. Non ce n’è bisogno, perché Essa, la Verità ha valore di per sé; è luce che mette in evidenza ed espone quello che c’è nascosto nel buio (Giovanni 3:19-21). La verità è una persona, Gesù il Cristo, ed Egli un giorno disse di non esser venuto a portare pace, ma la spada (Matteo 10). La Sua spada è la Sua Parola che divide ed è in grado di discernere e far discernere la Verità (e gli intenti del cuore), appunto, dalla Menzogna (Ebrei 4:12).

Santa Cena

Degni o indegni?

Dopo 20 mesi mesi di “Covid”, siamo degni o indegni di approcciare il tavolo della Santa Cena?

Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga

1 Corinzi 11:26

Paolo sta qui fornendo istruzioni ai Corinzi riguardo la Santa Cena, la comunione. In particolare, ci dice che ogni volta che partecipiamo alla Santa Cena, compiamo un atto duplice: quello di guardare indietro alla morte di Cristo, per ricordarla e proclamarla; e quello di guardare avanti al ritorno di Cristo, che porterà a compimento la redenzione completa di ogni cosa. Come è scritto: 

Sappiamo infatti che fino ad ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo

Romani 8:22-23

Questa visione ambivalente della comunione mi ha portato a riflettere: siamo qui riuniti a ricordare e proclamare il sacrificio del Signore e ad attendere trepidanti il suo ritorno, perché gemiamo dentro, a causa del mondo buio in cui viviamo. Ma nel mezzo dei due eventi cosa c’è? Ci siamo noi, la Sua Chiesa. Dopo aver acquisito la vita eterna nel momento in cui crediamo, il Signore ci lascia sulla terra per una ragione. E la ragione principale è certamente quella di portare quello stesso messaggio ad altri che non lo conoscono. Tuttavia, mi è venuto da pensare che non è solo il cosa dobbiamo fare che conta, ma il come lo si fa.

Fede demonica e l’abuso di Giacomo 2:19

GraceNotes – no. 47 del Dr Charlie Bing

“Tu credi che c’è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano.”

Giacomo 2:19

Alcuni cristiani usano questo versetto per sostenere che la fede che salva deve essere provata dalle opere, altrimenti non è genuina. L’argomentazione è la seguente: “Una persona che dice di credere in Gesù Cristo come Salvatore, ma non fa opere buone non è realmente salva. È come i demoni che credono in Dio ma non sono salvi perché non si sono sottomessi a Dio o gli ha obbedito”. 

Si tratta di un uso improprio e incauto del versetto.

Se perseveriamo, regneremo con lui – 2 Timoteo 2:11-13

di Bob Wilkin

Responsabilità. Questo è un termine popolare oggi. È una parola d’ordine in molte chiese. Le persone devono rendere conto a qualcuno. Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi e presti attenzione a ciò che stiamo facendo.

La responsabilità non è semplicemente orizzontale, da persona a persona. È anche verticale, da persona a Dio. Mentre la vita eterna è un dono assolutamente gratuito che viene ricevuto semplicemente dalla sola fede in Cristo, Dio ritiene ogni credente responsabile delle nostre parole, motivazioni e azioni. Seconda Timoteo 2:11-13 è un passaggio che sottolinea sia la gratuità della salvezza eterna che il costo delle ricompense eterne.

La vita eterna è assolutamente gratuita

Come i titoli dei giornali da quattro pollici che proclamavano la vittoria in Europa, i versetti 11 e 13 proclamano chiaramente e con forza la notizia di una grande vittoria. In virtù della loro unione con Cristo, ogni cristiano è sicuro per sempre. È un affare fatto che non può essere annullato, anche dalla mancanza di fede da parte del credente.

Una teologia del volto: appunti sul costo delle mascherine

di Joshua Farris

L’ho sentito dire più e più volte: “Indossare una mascherina è un piccolo sacrificio per amare il tuo prossimo”. Tutto questo sin da quando il CDC e, alcuni esperti, hanno deciso che era, in effetti, un modo efficace (per quanto piccolo) per proteggere le persone dal COVID-19.

Il mio obiettivo qui non è discutere la relativa efficacia delle mascherine o i pericoli posti dal virus. Piuttosto, voglio contestare l’idea che l’ampia adozione di mascherine comporta costi relativamente bassi. Quello che non dovremmo fare è comportarci come se fosse un “piccolo sacrificio”, o come se ci fosse costo minimo o nullo ad indossare mascherine per un lungo periodo di tempo. È semplicemente falso.

Regola d'oro

La regola d’oro

Così è chiamata la regola che Gesù dà durante il sermone sul Monte (Mt 7:12).

Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro

Gesù

Eppure il mondo usa spesso la versione complementare, molto popolare nelle religioni orientali:

“Non fate agli altri ciò che non volete gli altri facciano a voi”.

Confucio

Molti non si accorgono della differenza tra le due frasi e alcuni, ingenui e poco informati, tentano anche di screditare l’origine biblica del concetto insegnato da Gesù, affermando che Confucio insegnò la stessa cosa secoli prima.

Ma Confucio insegnò la seconda forma, non quella di Gesù. Ciò detto, la legge morale di Dio è nella coscienza di tutti gli uomini (Ro 2:14), quindi non sarebbe strano che un uomo arrivasse allo stesso concetto, che se vogliamo è alquanto semplice.

Tuttavia, una più attenta analisi, ci dimostra che la frase di Gesù ha delle implicazioni del tutto diverse. La forma di Confucio è un limitarsi a non fare agli altri ciò che non vogliamo che gli altri facciano a noi: è un comando passivo, che ci invita in qualche modo a non fare cose cattive agli altri. Ma non fare qualcosa di male non implica fare del bene. Ed è questa la ben più importante conseguenza dell’insegnamento di Gesù. Gesù si concentra sul dare e sul fare del bene, e non semplicemente sull’evitare di fare del male. Tutto quello che noi desideriamo che gli altri ci facciano, questo Gesù ci dice di fare agli altri. Al contrario della formula che insegna di “non fare”, la Regola d’Oro di Gesù implica sacrificio e altruismo da parte di chi segue la regola. Per dare e fare agli altri ciò che noi vorremo gli altri facessero e dessero a noi vuol dire privarci di tempo, soldi, beni e quant’altro, per darli ad altri.

Se da un lato il “non fare agli altri” si limita a un più semplice “non date fastidio agli altri e fatevi gli affari vostri”, dall’altro la regola di Gesù è votata a esprimere l’amore in pratica, con azioni altruiste e non egoistiche.

La regola d’oro di Gesù riflette il carattere benevolo, generoso e magnanimo di Dio.

La regola d’oro di Gesù è superiore, in quanto include la regola di Confucio. Mentre il viceversa non vale.

La differenza è netta.

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